Lotta al caporalato agricolo Così sfruttava i lavoratori Imprenditore condannato

Tre anni e due mesi di pena per un indiano: otto persone, due italiani e sei stranieri, sottopagati e senza tutele nella raccolta di ortaggi. Il blitz dei carabinieri in località Fratte .

Lotta al caporalato agricolo  Così sfruttava i lavoratori  Imprenditore condannato

Lotta al caporalato agricolo Così sfruttava i lavoratori Imprenditore condannato

Un vero e proprio caso di "caporalato" agricolo, gestito da un extracomunitario che sfruttava lavoratori stranieri, quello che finito davanti al giudice del tribunale di Fermo. L’aguzzino, un 53enne, di origine indiana ma residente a Sant’Elpidio a Mare, è stato condannato al termine del processo a tre anni e due mesi per i reati di intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro aggravato, impiego di clandestini, mancata formazione professionale e mancato rispetto della pausa pranzo. L’uomo era finito in manette dopo una lunga indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Fermo e del Nucleo ispettorato del lavoro di Ascoli Piceno. I militari erano intervenuti all’alba nelle campagne di Sant’Elpidio a Mare, località "Fratte", dopo aver seguito l’uomo che, servendosi anche di un’altra persona, con due furgoni, aveva raccolto in diversi paesi della zona, tra le province di Fermo e Macerata, otto lavoratori per impiegarli nella raccolta di ortaggi. I carabinieri avevano constatato che solo due lavoratori italiani erano stati assunti mentre sei extracomunitari di vari Paesi africani erano impiegati nei campi senza alcuna forma di assunzione. Inoltre, tutti e otto i lavoratori erano sottopagati e retribuiti con importi notevolmente inferiori a quelli previsti dal contratto nazionale per la categoria e sprovvisti della prescritta formazione.

Anche il loro impiego avveniva in modo difforme alle normative poiché non veniva loro concessa un regolare periodo di riposo per la pausa pranzo. Al termine degli accertamenti e i necessari riscontri, il responsabile era stato tratto in arresto con l’accusa di intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro aggravato, l’impiego di un clandestino, oltre alla mancata formazione e il mancato rispetto della pausa pranzo.

L’uomo era stato associato presso la Casa di reclusione di Fermo e i due veicoli utilizzati per il trasporto dei lavoratori erano stati sottoposti a sequestro. Nel medesimo contesto investigativo era stato denunciato in stato di libertà un lavoratore di origine nigeriana di 34 anni, per ingresso e soggiorno clandestino nel territorio nazionale. Per lui, si procede a parte e sono state comunque

avviate le pratiche per l’espulsione dalterritorio italiano.

Fabio Castori