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Minacce e truffa Doppia assoluzione

Minacce e truffa Doppia assoluzione

Prima era finito sotto processo per la cosiddetta truffa delle ricariche sulla carta Postepay ed era stato assolto, poi è finito nuovamente alla sbarra per le minacce di morte allo scopo di far ritirare la denuncia al titolare dell’attività. Anche questa volta è stato assolto perché il fatto non sussiste. Si tratta di V. S. un 43enne di Altidona, difeso dall’avvocato Anna Indiveri (foto), che per ben due volte è dovuto comparire alla sbarra per accuse che sono poi risultate infondate. La storia inizia nel gennaio 2016 quando V.S. viene denunciato dal titolare di un bar tabaccheria di Porto San Giorgio in quanto lo avrebbe truffato con il più classico dei raggiri delle ricariche Postepay. Secondo il barista il 43enne si sarebbe recato nel suo locale chiedendogli di ricaricare la sua carta per circa novemila euro per poi pagare con il suo bancomat. In questo modo lo avrebbe indotto in errore perché le ricariche sono previste solo in contanti, così come non è previsto il rimborso una volta accreditata la somma. L’episodio si sarebbe ripetuto qualche giorno dopo, ma questa volta con minacce di morte nei confronti del titolare e dei suoi familiari. Nonostante l’intervento del tecnico Sisal la somma non viene recuperata. Al titolare del locale non resta che denunciare il presunto truffatore. Scatta così il primo procedimento nei confronti del 43enne e nel luglio scorso viene assolto. Nel frattempo il fratello della presunta vittima denuncia V.S. perché lo avrebbe avvicinato e minacciato nuovamente di morte per convincerlo a ritirare la querela. In quella occasione deve intervenire la polizia. Scatta dunque il secondo processo per violenza privata e minacce, vengono ascoltati i testimoni, le presunte vittime e l’imputato. Anche questa volta il 43enne di Altidona viene assolto perché il fatto non sussiste.