Omicidio Biancucci, arrestato uno dei killer / FOTO

Il 38enne, incastrato dal dna trovato sotto le unghie della vittima, è finito in carcere

La casa della vittima ad Alteta

La casa della vittima ad Alteta

Fermo, 20 settembre 2018 - Ha un nome un volto uno dei componenti della banda che la sera del’11 marzo scorso ha incaprettato e ucciso la 79enne Maria Biancucci nella sua abitazione di Montegiorgio. Si tratta di Dante Longo, 48 anni, di Porto Sant’Elpidio. L’uomo, difeso dall’avvocato Giuliano Giordani, è stato sottoposto nei giorni scorsi a un fermo preventivo, convalidato poi dal gip del tribunale di Fermo, che ha disposto la custodia cautelare in carcere.

A incastrare Longo, sono state le tracce di dna trovate dai carabinieri del Ris sotto le unghie della vittima e sul nastro da pacchi utilizzato per legarla e imbavagliarla. Il 38enne si trova nella casa di reclusione di Marino del Tronto a disposizione dell’autorità giudiziaria.

I militari dell’Arma erano da tempo sulle tracce del presunto killer e, prima di arrestarlo, hanno tenuto d’occhio ogni sua mossa per più di tre mesi. Nel mirino degli investigatori altre due persone, che, insieme a Longo, sono sospettate di essere gli esecutori materiali dell’aggressione e del conseguente omicidio. Anche loro avrebbero lasciato tracce organiche sulla scena del crimine, che sono ancora la vaglio del Reparto scientifico dei carabinieri. Dunque, secondo gli inquirenti, coordinati dal procuratore capo di Fermo Domenico Seccia e dal sostituito Francesca Perlini, la banda entrata in azione nel corso della brutale rapina sarebbe composta da tre malviventi, uno dei quali già finito in cella. La tragedia si era consumata la notte dell’11 marzo in contrada Crocefisso di Alteta, una frazione di Montegiorgio. A fare la scoperta il figlio, Marcello Balestrini, di 57 anni, titolare di una ditta per lavorazione di pelli per calzature.  Erano da poco passate le 22,45 quando l’uomo, che vive nella stessa abitazione, aveva fatto rientro a casa dopo essere uscito intorno alle 16 del pomeriggio ed essere andato più tardi a mangiare una pizza con una amico. Balestrini si era reso conto che qualcosa non andava, prima ancora di entrare nell’abitazione: al piano terra, infatti, c’era una finestra aperta.

Una volta dentro si era accorto che le stanze erano state messe a soqquadro. A quel punto aveva iniziato a chiamare la madre e si era precipitato nella sua stanza da letto. E’ qui che, dopo aver acceso la luce, si era trovato di fronte alla donna con il pigiama indosso, a pancia in sotto sul letto, con i piedi e le mani legate dietro la schiena con del nastro da pacchi. L’uomo, resosi conto che la madre non dava segni di vita, aveva subito allertato i carabinieri, che erano subito intervenuti sul posto, insieme ai sanitari del 118: per la 79enne ormai non c’era più nulla da fare, era deceduta per soffocamento a seguito dello schiacciamento del torace. Dall’abitazione era stati trafugati 300 euro e due carte di credito.