
Sfogo Rapullino: "Ecco perché lascio la Samb"
"Con una telefonata di pochi minuti ho manifestato al presidente Massi di non essere più il main sponsor della Samb nella prossima stagione agonistica". Luigi Rapullino, ceo di Sideralba, spiega i motivi della sua decisione che partono dalle voci relative al mancato pagamento delle rate relative alla passata sponsorizzazione. "Ho ottemperato fino all’ultimo centesimo -spiega l’imprenditore campano ma ormai sambenedettese di adozione- e non capisco perché siano state messe in giro queste voci dalla società. Dall’emissione della fattura dopo poche ore partiva il bonifico. Ho chiesto chiarimenti al presidente Massi che mi ha sempre negato di avere fatto queste affermazioni. Ma poi diversi sambenedettesi mi dicevano il contrario. Sono stato il primo ed il maggior sostenitore a livello economico della Samb e sono stato trattato malissimo. Massi ha il grandissimo pregio di avere ricreato entusiasmo e riportato tanta gente allo stadio. E da tifoso gli sono grato. Ma, lo ripeto, non capisco ciò che è accaduto in questi mesi".
"Mi sono avvicinato alla Samb -prosegue Rapullino- perché era doveroso nell’anno del centenario. Ho contribuito affinchè il settore giovanile finisse la sua stagione nell’era Renzi e quest’anno ho elargito al club rossoblù il doppio di quanto dato allora. In due anni ho contribuito con diverse centinaia di migliaia di euro. La Samb ha una rilevanza mediatica importante in tutta Italia sia nel bene che nel male e diverse persone, alle affermazioni della società, mi hanno chiamato per dirmi cosa stava accadendo. Ho sempre pagato tutto ed ho dovuto anche giustificarmi pur avendo ottemperato impegni presi. Ho vissuto male questa situazione. Se queste sono le condizioni del gioco preferisco farmi da parte".
Rapullino comunque ha le idee chiare sul futuro della Samb. "Secondo me - afferma il ceo di Sideralba- ci vogliono almeno quattro imprenditori di un certo spessore che ogni anno tirino fuori circa 200mila euro. A loro si aggiunge la cordata di dieci o più imprenditori locali per arrivare ad una quinta quota di ulteriori 200mila euro. Si partirebbe così ogni anno con una base di un milione di euro cui poi si aggiungono sponsorizzazioni, merchandisng, incassi abbonamenti e al botteghino. Si forma poi - aggiunge Rapullino - un consiglio di amministrazione, aperto anche ad un rappresentante della tifoseria. I bilanci della società, proprio perché è un bene della città e non della singola persona, vanno esposti in Comune per la massima trasparenza. Poi si scelgono i dirigenti, di provata professionalità cui affidare la gestione amministrativa e sportiva del club. Il progetto deve partire dalla Serie D e non quando si arriva in C. Le basi solide per avere un programma decennale concreto si mettono ora e non dopo. Se si fa così - conclude Rapullino - sono pronto ad entrare, altrimenti mi tiro fuori".
Benedetto Marinangeli