
Il sindaco Adolfo Marinangeli: nel comune di Amandola si è passati da circa 3.700 abitanti nel 2016 a circa 3.300 nel 2023
Il calo demografico delle aree interne si può fronteggiare solo con la creazione di servizi, nuove opportunità di lavoro e politiche mirate. Questo in sostanza il pensiero di molti amministratori dell’area montana del nostro territorio, in questi comuni negli ultimi anni si è innescato un progressivo calo demografico effetto di una bassa natalità, dato riscontrato a livello nazionale, accelerato purtroppo dai danni provocati dal sisma del 2016. Persino il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, in occasione del sopralluogo al nuovo ospedale di Amandola di giovedì, aveva rimarcato che servizi come l’ospedale e la creazione della pedemontana sarebbero serviti proprio a rallentare e magari invertire la tendenza. Facendo una semplice analisi numerica si può evidenziare il forte calo demografico nel territorio montano. Nel comune di Amandola si è passati da circa 3.700 abitanti nel 2016 a circa 3.300 nel 2023; situazione che si radica con maggiore forza nei comuni più piccoli: a Montefortino da circa 1.150 del 2016 a circa 1.000 del 2023; a Montefalcone Appennino si è passati da circa 450 del 2016 a circa 360 del 2023; a Montelparo erano circa 800 nel 2016 per arrivare a circa 700 nel 2023; a Smerillo si è passati da 370 del 2016 a 330 del 2023 e Smerillo è l’unico paesi dove è stato registrato negli ultimi anni una minima inversione di tendenza. "Credo sia importante fare una riflessione si questo argomento – spiega Adolfo Marinangeli, sindaco di Amandola – purtroppo in Italia si sta registrando un calo demografico generalizzato, nella nostra provincia gli unici paesi dove nell’ultimo anno c’è stato un aumento di popolazione sono Amandola, Pedaso e Campofilone (due sono paesi della costa). Purtroppo parliamo di una situazione generalizzata cui bisogna confrontarsi".
" Pochi mesi fa abbiamo un ragionamento con il mio gruppo sulla questione. Ad Amandola ci sono circa 70 decessi all’anno, negli ultimi tre anni però c’è stato un aumento della natalità fino al 2020 registravamo 13-15 nascite, negli ultimi 3 anni siamo arrivati a 20-25 tanto che quest’anno abbiamo dovuto attivare la terza classe alla materna. Per frenare questo fenomeno servono tre cose: servizi funzionali come ad esempio l’ospedale; rafforzare l’economia e la creazione di posti di lavoro, politiche mirate a livello nazionale per andare ad incrementare quei settori che oggi stanno soffrendo come ad esempio l’agricoltura".
Alessio Carassai