Continuano senza sosta le attività dei carabinieri per garantire la prevenzione e il contrasto agli atti persecutori, reati che colpiscono in modo profondo e duraturo le vittime e le loro famiglie. Recenti operazioni condotte dai militari di Pedaso e Fermo testimoniano l’impegno costante in questo ambito particolare e delicato. A Pedaso, i carabinieri del posto, sulla base di una querela presentata da una donna che ha denunciato il suo ex coniuge non convivente, un uomo di 58 anni, hanno deferito l’uomo all’autorità giudiziaria per stalking. La vittima ha riferito agli investigatori dell’Arma che, a partire dal mese di giugno 2024, l’ex coniuge ha progressivamente intensificato un comportamento ossessivo, ricorrendo a minacce e vessazioni tramite la messaggistica WhatsApp, che hanno causato un perdurante stato di ansia e costretto la vittima a modificare le proprie abitudini di vita. Di fronte a tali gravi segnalazioni, l’autorità giudiziaria è stata immediatamente informata, attivando il cosiddetto ’codice rosso’, un protocollo che consente un intervento rapido ed efficace per proteggere le vittime di violenza. Allo stesso modo, a Fermo, i carabinieri hanno denunciato un 40enne del posto, anche lui sospettato di atti persecutori e danneggiamento nei confronti della sua ex convivente. La denuncia presenta scenari analoghi, con comportamenti intimidatori iniziati nel dicembre 2023, culminati in un’incresciosa aggressione verbale avvenuta la scorsa notte, quando l’uomo ha intimidito la donna, urlandole contro diversi epiteti offensivi sotto la sua abitazione, danneggiandole inoltre l’auto posteggiata. Anche in questo caso, l’autorità giudiziaria è stata prontamente informata e sono state attivate le procedure di emergenza previste dal ’codice rosso’.
È fondamentale sottolineare che tali comportamenti di stalking non solo ledono la dignità e la serenità delle vittime, ma possono anche avere effetti devastanti sulla loro salute mentale e fisica. Le conseguenze di tali atti possono manifestarsi in disturbi psicologici, depressione, ansia e, in alcuni casi, possono sfociare in episodi di violenza più gravi. Le norme italiane prevedono specifiche tutele per le vittime di atti persecutori e il codice penale punisce con pene severe questo tipo di reato, sottolineando la presa di coscienza legislativa nei confronti di comportamenti criminosi volti a terrorizzare, molestare o’danneggiare una persona. Va detto, inoltre, che le vittime hanno accesso a risorse e sostegni tramite i centri antiviolenza e l’opportunità di essere collocate in strutture protette, garantendo così un percorso di recupero e sicurezza. Fabio Castori