Federico Aldrovandi, "Se nel 2005 ci fosse stato il Taser sarebbe ancora vivo"

L’ex questore di Ferrara Sbordone e il ragazzo morto durante un arresto della polizia

L’ex questore di Ferrara, oggi in forza a Reggio Emilia, Antonio Sbordone (foto Artioli)

L’ex questore di Ferrara, oggi in forza a Reggio Emilia, Antonio Sbordone (foto Artioli)

Ferrara 14 settembre 2018 - Federico Aldrovandi, studente ferrarese, morì il 25 settembre 2005 al termine di una colluttazione durante un controllo di polizia. Per la sua morte furono condannati quattro poliziotti. Quanto è successo a Ferrara è diventato un caso nazionale. Sulla vicenda interviene il questore di Reggio Emilia, Antonio Sbordone, già questore anche a Ferrara, commentando quanto successo nella città reggiana dove l’altro giorno è stato usato per la prima volta in Italia il Taser: un pluripregiudicato di 34 anni, infatti, è stato colpito dalla scarica della ‘pistola elettrica’ (che immobilizza chi viene colpito) mentre si trovava all’interno degli uffici della questura. Dal 5 settembre, infatti, è partita la sua sperimentazione per polizia, carabinieri e guardia di finanza in 12 città italiane, Reggio compresa.

Federico Aldrovandi (Ansa)
Federico Aldrovandi (Ansa)

Questore Sbordone, pochi giorni fa un 34enne è stato bloccato col Taser in questura. Come è andata?

«Gli agenti hanno operato correttamente, seguendo ciò che ci è stato spiegato nei corsi e nelle circolari».

E come?

«La pistola deve esssere mostrata come deterrente, cosa fatta sia al momento dell’arresto sia in questura».

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Quindi senza sparare.

«Sì. Si ritiene che anche solo la visione di quella pistola, per il colore acceso e la linea di elettricità visibile, funzioni come deterrente».

Il giovane ha dichiarato che c’è stato un colpo, ma che la scossa non gli avrebbe fatto quasi nulla.

«Questo perché la pistola era carica, era in corrente, ma non è partito il colpo. Ha ricevuto una piccola scossa quando è finito contro la canna dello strumento. Anche da ferma la pistola emette una leggera carica elettrica».

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Non c’era altro modo secondo lei?

«Guardi, al di là di questo episodio, vorrei far presente che noi siamo a contatto ogni giorno con tutta una umanità problematica. E non possiamo avere solo la pistola, che peraltro è assimilabile a un’arma da guerra. Oltre a quella rimangono solo le mani».

E i manganelli?

«Guardi, so che l’argomento è delicato. Ma penso che sia un esempio giusto. Io ho visto cosa è accaduto a Ferrara dopo il caso Aldrovandi, anche se non ero io il questore presente quell’anno. Questo ragazzo, se ci fosse stato il taser, sarebbe ancora vivo. Per fermare un giovane alto 1 metro e 90 agitatissimo hanno dovuto usare anche i manganelli».

Lei sarebbe favorevole ad estendere l’uso del taser anche alla polizia ferroviaria, come vorrebbe Salvini?

«Mi fa piacere che sia fatto tutto gradualmente. Ma se le cose vanno bene non sono contrario. Una diffusione totale a tutte le forze di polizia senza opportuna formazione, però, non andrebbe affatto bene».

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