
Alla ricerca dei Templari Al via una campagna di scavi "Ci sono tracce e documenti"
di Francesco Franchella
Olim Templi. Tutto parte da questa breve formula - "Olim Templi" (tradotto, "una volta del Tempio", ovvero Templare) – ma anche dalla memoria e dalla sapienza popolare: oralità e documenti, intrecci fondamentali per la ricerca.
Così, Paolo Zamboni, docente dell’università di Ferrara, da bambino seguiva il catechismo nella parrocchia della chiesa di Santa Maria Annunziata di Betlemme (più comunemente, chiesa di Mizzana) e ascoltava affascinato i racconti del parroco su un "cavaliere importante" sepolto sotto il pavimento della chiesa stessa. Chi fosse quel cavaliere, il parroco non lo poteva sapere. Allo stesso modo, quando, giocando in giardino, Luca e Monica Taddia, che (più o meno negli stessi anni) abitavano nel retro della chiesa, trovarono una croce cosiddetta ‘patente’ in marmo, non potevano certo prevedere che si trattasse di uno di quegli indizi che, nel 2023, avrebbero portato a una serie di scavi archeologici proprio a Mizzana.
Al centro, l’ipotesi che i racconti del parroco di Mizzana riguardassero, in realtà, una serie di sepolture di Cavalieri Templari e che la chiesa di Santa Maria Annunziata di Betlemme appartenesse, prima del 1312, proprio all’Ordine del Tempio. Olim Templi, appunto. Grazie a questi presupposti, ad alcune fonti storiche e archeologiche e agli studi di Paolo Sturla Avogadri e Paolo Zamboni, è stata ufficialmente aperta una campagna di scavi a Mizzana, diretta dalla soprintendente Chiara Guarnieri e dall’archeologo responsabile Maurizio Molinari. Il progetto è nato dalle sollecitazioni del docente Unife e dal sostegno economico del Rotary Club di Ferrara Centro, che lo scorso giovedì 27 aprile ha ospitato un talk di Zamboni sul tema ‘La Ferrara svelata – dai Templari al Boschetto degli Ammorbati’.
È vero, questa è solo l’ultima delle tante ipotesi riguardanti la presenza dei Templari a Ferrara (la più recente voleva il fondatore dei Templari, Hugues de Payns, sepolto nella chiesa di San Giacomo), ma questa volta i dati fanno meglio sperare. Quali sono, dunque, le prove che hanno portato Paolo Sturla Avogadri, che da poco ci ha lasciato, e Paolo Zamboni a sostenere che la Chiesa di Mizzana fosse in effetti Templare? Per rispondere, torniamo all’Olim Templi. In Francia, dal 1307 in poi, papa Clemente V fece arrestare tutti i Templari e li sottopose a sette anni di torture. Quindi con una bolla, nel 1312, sospese e sciolse l’ordine, condannandone i membri al rogo. Il processo italiano, in realtà, fu meno cruento e portò i Templari a passare a un altro ordine.
Tuttavia, papa Giovanni XXII condannò i Templari alla damnatio memoriae, invitando a "scalpellare le croci patenti, gli affreschi, i sigilli e i simboli templari". Insomma, a cancellarne la storia. Ecco perché è così difficile trovare un documento che ne attesti la presenza. Tuttavia, in un documento più tardo, del 1376, rinvenuto a Ferrara, il notaio Pieralbeni, citando la chiesa di Mizzana, aggiunse la specifica "Olim Templi", come a indicare che la chiesa appartenesse, fino a qualche decennio prima, ai Templari. Altri dati significativi si possono ricavare dalla struttura dell’abside della chiesa (in foto), che si presenta a forma rotonda e ottagonale, a ricordare la Cupola della Roccia di Gerusalemme.
È questa una caratteristica comune a tutte le chiese templari, così come l’orientamento a Est della facciata della possibile Magione Templare di Mizzana (individuata, dalle ricerche, nello spazio occupato ora da un’abitazione privata). Unendo ciò alla storia di Guglielmo II degli Adelardi di Ferrara, che partecipò alla seconda crociata, al ritrovamento della croce patente (simbolo dei Templari) nei pressi della Casa di Taddia e agli studi di Paolo Zamboni e Paolo Sturla, affermare che gli scavi di Mizzana possano condurre a esiti positivi non sembra, in effetti, così assurdo.