Bulli a Ferrara, il sindaco di Cento: “Multe ai genitori per fermarli”

Il sindaco Edoardo Accorsi spiega il perché del nuovo regolamento di polizia: "Vogliamo sensibilizzare i genitori sul disagio che è alla base del fenomeno"

Cento (Ferrara), 18 marzo 2023 – La scelta del Comune è netta ed è tra i primissimi ad averla presa: sanzionare le famiglie di giovani che vengono ritenuti responsabili di fenomeni di bullismo. Nel nuovo regolamento di polizia urbana del Comune di Cento, in provincia di Ferrara, è stato introdotto l’articolo 7 bis, suddiviso in sei commi, che sostanzialmente introduce la possibilità per l’Amministrazione di contestare una sanzione amministrativa (da cento a trecento euro) a chi ha la patria potestà dei ragazzini che dovessero tenere in ambito scolastico e fuori atteggiamenti che possono “costituire pregiudizio per la sicurezza urbana e nocumento per la civile convivenza”.

Multe anti bulli: la proposta del sindaco di Cento, Edoardo Accorsi
Multe anti bulli: la proposta del sindaco di Cento, Edoardo Accorsi

Atteggiamenti (infastidire o avere comportamenti intimidatori e aggressivi) che sono vietati «in tutte le aree pubbliche, aperte al pubblico – si legge ancora nel testo del regolamento – all’interno degli istituti scolastici, delle loro pertinenze e sui veicoli del trasporto pubblico”. E infine «le violazioni si riterranno accertate – si legge al comma 3 – anche sulla mera scorta di informazioni testimoniali assunte da insegnanti, studenti, operatori scolastici e chiunque possa riferire elementi utili”. Il regolamento va in approvazione nel Consiglio di giovedì.

Sindaco Accorsi come è nata l’idea di inserire la norma specifica contro il bullismo nel nuovo regolamento di polizia urbana?

"Il bullismo è, purtroppo, un fenomeno che esiste, sotto varie forme – psicologico, fisico, fino al cyberbullismo – e come amministrazione abbiamo ritenuto importante contribuire a contrastarlo anche con questa arma in più. Per sensibilizzare i genitori sul disagio che è alla base del fenomeno".

Non ritiene che le sanzioni possano essere interpretate come un ’voler fare cassa’?

"Mi preme molto chiarire questo punto: non è assolutamente questo lo spirito con cui abbiamo deciso di intervenire. Tutt’altro. Quanto piuttosto creare le condizioni per poter affrontare il fenomeno anche in collaborazione con le altre istituzioni coinvolte e già deputate a occuparsene, come forze dell’ordine e direzioni didattiche".

Cioè?

"L’amministrazione non intende certo sostituirsi a chi già ha il compito di vigilanza e di intervento in materia di sicurezza, ma è importante affrontare tutti uniti questo problema che in varie forme, dalle più lievi alle più gravi, è purtroppo presente anche nel nostro territorio. Si tratta di uno strumento che va nella direzione della sintesi istituzionale, di collaborazione tra le varie realtà deputate a farsi carico dei problemi, che la maggioranza che guido vuole perseguire. Però ci tengo a precisare un aspetto".

Quale?

"La lotta al bullismo per noi inizia soprattutto dai progetti di inclusione sociale, di sostegno ai ragazzi che mostrano il disagio, a questo aspetto fondamentale e imprescindibile abbiamo deciso di affiancare anche un intervento per così dire più repressivo, come le sanzioni a chi ha la patria potestà, prevedendo però l’applicazione del minimo edittale previsto proprio se i ragazzi interessati iniziano a seguire un percorso di recupero".

Quando si decide di intervenire in questo senso? A quale stadio della situazione critica?

"E’ pacifico che ci debba essere l’accertamento dei fatti, la ricostruzione di situazioni che possano portare a pregiudicare la sicurezza e la convivenza civile, sulla scorta di informazioni raccolte dalla polizia locale, piuttosto che dai carabinieri, o negli istituti scolastici. Informazioni che diano la possibilità di intervenire prima che la situazione degeneri in episodi che poi assurgono a rilevanza penale e che, quindi, seguono il percorso previsto dagli strumenti normativi già esistenti".