REDAZIONE FERRARA

Diffamò Soffritti da Santoro: condannata l’eurodeputata Laura Comi

Durante la trasmissione del 24 gennaio 2013 accusò l’ex sindaco di avere «un background mafioso» e di aver fatto «fallire la Coopcostruttori»

L’ex sindaco di Ferrara Roberto Soffritti è stato sentito come persona offesa questa mattina in tribunale

Ferrara, 5 maggio 2015 - L’europarlamentare di Forza Italia, Lara Comi, è stata condannata per diffamazione nei confronti dell’ex sindaco di Ferrara Roberto Soffritti, all’epoca dei fatti candidato nella Lista Ingroia. Il tribunale (giudice Stefano Amore), che ha riconosciuto le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti, ha condannato la Comi al pagamento di mille euro più le spese legali. L’europarlamentare era già stata condannata in sede civile a risarcire 30mila euro a Soffritti (rappresentato dall’avvocato Alberto Bova). Tutto è nato dalle sue dichiarazioni, il 24 gennaio 2013, al programma di Santoro ‘Servizio Pubblico’, la quale dichiarò che Soffritti aveva un «background che può avere aspetti mafiosi» e che aveva «fatto fallire la Coopcostruttori». Parole che, secondo il pubblico ministero Stefano Longhi, «non hanno mai avuto un briciolo di fondamento», affermazioni «di fatti non veri» perché «Soffritti non è mai stato indagato, imputato e ancor meno condannato». Nè per «Coopcostruttori» e neppure «per vicende di mafia legata al Palaspecchi». Nel corso dell’udienza di questa mattina è stato sentito proprio l’ex primo cittadino di Ferrara: «Le scuse della Comi? Mai arrivate – ha spiegato – in nessun modo. Quelle sue dichiarazioni mi hanno comportato un enorme danno morale. Economicamente? Non sono in grado di quantificarlo, posso dire però che per Ingroia quella trasmissione fu devastante e passò da un 4% a un 2,2% di gradimento». Soffritti ha anche precisato che Santoro e Travaglio presero le distanze dall’europarlamentare: «Dissero in trasmissione che a loro quelle vicende non risultavano e che la Comi si sarebbe presa le proprie responsabilità». L’avvocato Porciani di Milano ha ribadito al giudice che la sua assistita, nelle trasmissioni che seguirono, fece le sue scuse pubbliche a Soffritti e alla Lista Ingroia.

di Nicola Bianchi