
"Con i miti del rock uniamo le generazioni"
‘Symphonika on the rock’ arriva stasera alle 21 sul palco del teatro Nuovo, con una formazione di 35 tra cantanti e orchestrali per far ascoltare i grandi brani in chiave sinfonica spaziando dai Queen ai Rolling Stones, passando per Led Zeppelin, Deep Purple, Pink Floyd, AC/DC, fino ai Beatles, Europe, Scorpions, Guns n’ Roses. Un’idea del chitarrista, produttore e compositore Nick Savio.
Cos’è Symphonika?
"Il progetto nasce per portare i grandi classici del rock a unire le generazioni, attraverso classici immortali dagli anni 70, ancora adesso i più ascoltati, rivisitati in chiave sinfonica dandogli un nuovo vestito. Abbiamo visto che portare tutto questo a teatro, con un pubblico esigente, è azzeccato. Abbiamo sempre persone di tutte le età. L’altro motivo è portare il sinfonico nel moderno, cosa non facile da fare. Ma ci siamo riusciti".
Cosa significa trasformare il rock in sinfonica?
"Non vuol dire addolcirlo, anzi. Alcuni brani vengono addirittura ingigantiti perché la maestosità dell’orchestra si fonde con il rock. Questo dà un’atmosfera diversa e l’impatto sonoro diventa ancor più devastante. I Deep Purple stessi, ad esempio, hanno fatto tournée con l’orchestra così come i Metallica. La nostra peculiarità è che non siamo un tributo, ma spaziamo tra i classici, con un repertorio di grandi hit".
Non avete timore reverenziale nel toccare i grandi classici?
"Credo sia un problema per chi fa tributi, perché canalizza in una direzione di imitazione. Noi abbiamo scelto la strada del dare la nostra interpretazione di questi grandi classici anche se, in alcuni eventi come Ferrara, abbiamo qualche impersonificatore, oltre ai due cantanti principali. In parte il timore reverenziale comunque c’è sempre, così come il purista che può criticare o apprezzare la nostra interpretazione, ma vediamo che abbiamo entusiasmato molto e questo ci fa capire che abbiamo preso la strada giusta".
Qual è la difficoltà maggiore nel prendere il rock e farlo diventare sinfonico?
"Devi avere la possibilità di lavorare con un organico orchestrale che non sia prettamente classico ma abbia anche un approccio moderno. Il nostro direttore Federico Castania è il ponte tra classico e moderno che ci permette di avere arrangiamenti pensati proprio sulla versione rock. In più, io sono arrangiatore, lui ha già lavorato in ambiti simili e quando c’è questo connubio risulta più facile riarrangiare il brano per far sì che l’orchestra funzioni nel nuovo sound che si viene a creare".
I miti della musica attraversano le generazioni, quindi, cosa intende quando dice che il vostro obiettivo è unirle?
"Normalmente a un concerto rock chi ha un’età più avanzata non se la sente più di andare negli stadi mentre a teatro è più facile trovare genitori con figli e nipoti".