Covid Ferrara vaccino. "Rimandare è un rischio alto: così ho rischiato la vita"

Un ferrarese di 49 anni rac conta la sua odissea: "Dal 9 agosto sono in ospedale e ho temuto di non farcela a uscire vivo da qui. L'ho rinviato per lo sport poi mi sono contagiato"

Il racconto di un ferrarese che ha passato l’inferno dopo il contagio da Covid

Il racconto di un ferrarese che ha passato l’inferno dopo il contagio da Covid

Ferrara, 27 agosto 2021 - "Vaccinatevi, non aspettate di pensarci a lungo o di rinviare per appuntamenti che sembrano più importanti, come è capitato a me che ho rimandato l’iniezione per un gara, e dal 9 agosto scorso sono ricoverato in ospedale. E per giorni ho creduto che non ce l’avrei fatta". Il consiglio da una stanza del reparto di Pneumologia dell’ospedale di Cona viene lanciato da un ferrarese di 49 anni che all’inizio del mese si è infettato con la variante Delta indiana del covid. Non è un no-vax lui. Voleva vaccinarsi, aveva fissato l’appuntamento per la prima iniezione a luglio, poi però ha deciso di saltarlo per un impegno sportivo. Ha fissato di nuovo l’appuntamento, ma il covid è stato più veloce.

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Innanzitutto come sta? "Bene, ora bene. Sto aspettando di fare il tampone per capire se sono ancora positivo, poi spero proprio di uscire per tornare dalla mia famiglia, che non vedo dal 9 agosto scorso".

Ci racconti... "Mi volevo vaccinare, mai pensato di non farlo, ma quando sono arrivato vicino alla data programmata per la prima iniezione, ho desistito perché tre giorni dopo volevo partecipare a una gara sportiva. Così mi sono detto ’ma sì rimando, sono in tempo’. E così ho partecipato alla gara e rifissato l’appuntamento per la prima iniezione al 19 agosto, ma non ho fatto in tempo".

E’ stato contagiato? "All’inizio del mese ho cominciato ad accusare i primi sintomi, il tampone e la scoperta della positività, faccio un lavoro a contatto quotidiano con la gente, di qualsiasi tipo, poteva capitare. Sembrava però che potessi superare la malattia da casa. Non è andata così, purtroppo. Sono peggiorato e da lì è iniziato il calvario da cui spero proprio di essere uscito".

E’ quindi stato necessario il ricovero? "Sì, la febbre ha cominciato a salire, fino a 39. Poi le prime difficoltà respiratore, ma anche quando sono uscito di casa su una lettiga dell’ambulanza non immaginavo proprio che cosa sarebbe stato. Ero speranzoso, credevo che con qualche giorno, una settimana al massimo di ricovero tutto sarebbe finito".

E invece? "Invece ho attraversato l’inferno e temuto di non farcela, per alcuni giorni mi hanno dovuto ossigenare con la maschera. Guardi, davvero ho pensato di morire. Di non vedere più mio figlio appena maggiorenne e le posso assicurare che è una condizione devastante".

Che cosa ricorda di quei momenti? "Non ce la facevo a respirare, a parlare, ci sono stati dei giorni che avevo attorno a me anche otto sanitari, e nei rarissimi momenti in cui le parole uscivano, mi ricordo che dicevo, ed ero convinto: ’io non ce la faccio’".

Poi il miglioramento... "Sì, dopo tre giorni completi di maschera dell’ossigeno, i medici hanno diminuito la somministrazione, solo la notte, e il giorno l’apparecchio nasale, che è migliore perché almeno lascia libera la bocca e, infine, un altro tubicino, meno invasivo fino a quando i parametri non sono migliorati, ma ho rischiato la rianimazione".

Come è stato tornare a respirare? "Bello, senza complicazioni, probabilmente la scelta dei medici – che ringrazio perché mi hanno curato davvero bene – di diminuire gradatamente mi ha permesso di non avere contraccolpi e non avere fastidi nel tornare a respirare autonomamente".

E ora? "Sto aspettando che mi venga fatto il tampone e se negativo tornerò a casa, altrimenti andrò in un covid hotel per la quarantena. Ma sto bene, questo è l’importante".

In conclusione? "Guardi, non voglio chiamarlo appello, ma un consiglio di cuore: vaccinatevi, senza se e senza ma, anche se con fisci altetici e sani. Non aspettate, ora è la cosa più importante per noi, per i nostri cari e per la società. E’ la strada per uscire da questo inferno".

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