"Da Coliandro al mio vissuto Porto me stesso sul palcoscenico"

Stasera al Nuovo arriva l’attore Giampaolo Morelli con lo spettacolo ‘Scomode verità’.

"Da Coliandro al mio vissuto  Porto me stesso sul palcoscenico"

"Da Coliandro al mio vissuto Porto me stesso sul palcoscenico"

di Laura Guerra

Per la prima volta al Teatro Nuovo arriva l’attore, sceneggiatore, conduttore televisivo, scrittore, doppiatore e regista napoletano Giampaolo Morelli, conosciuto da tutti per l’ispettore Coliandro. Con ‘Scomode verità e 3 storie vere’, stasera alle 21 sul palco un comedy speech raccontandosi al suo pubblico.

Prima volta a Ferrara?

"Sì e non vedo l’ora di vederla perché ne parlano tutti molto bene. Mi aspetto anche un pubblico che mi vuole bene, al quale devo tutto. A Coliandro devo tantissimo ma soprattutto lo devo al calore che mi ha dimostrato il pubblico".

Non le dà fastidio però essere abbinato solo e sempre a questo personaggio?

"No, anzi, è una fortuna rara dar vita a un personaggio che ormai è un cult, un’icona che resterà per sempre tra i poliziotti più ‘importanti’ della televisione italiana. E non mi impedisce di fare tanto altro. Sono pronto a tornare a fare Coliandro in ogni momento, magari stavolta facendo anche un incursione a Ferrara".

Cosa ci può raccontare dello spettacolo?

"Racconta le scomode verità con cui dobbiamo fare i conti tutti i giorni. Difficoltà e situazioni che sono anche riflessioni su dove stiamo andando e sulla società ma sempre in chiave ironica. La parte fondamentale è costituita da tre storie vere della mia vita: dell’infanzia, della giovinezza e un’altra più recente. Raccontate al pubblico senza filtri, viste con la lente dell’ironia. Difficoltà che mi sono capitate, ma successe più o meno a tutti, accomunandoci. Si crea così una forte empatia con il pubblico. Uno spettacolo che mi permettere di vivere delle emozioni autentiche con il pubblico, in diretta, senza filtro della quarta parete o la protezione del personaggio. Ci sono io, senza difese davanti al pubblico".

Quanto è difficile raccontarsi con sincerità e senza filtri?

"È molto emozionante perché l’attore solitamente è protetto dal personaggio, invece salire sul palco con le proprie storie autentiche è un salto verso il pubblico che speri possa abbracciarti. Come quando una rockstar si lancia sul pubblico sperando lo prenda".

Teatro e pubblico sono diversi nel post pandemia?

Sì, c’è una grande voglia di tornare a teatro. A maggior ragione, questo spettacolo lo sento molto ‘giusto’ in questo momento storico, perché c’è proprio la voglia di vivere emozioni autentiche insieme, con un contatto continuo col pubblico".

Che messaggio manderebbe ai teatri privati, come il Nuovo, che sono riusciti a resistere e investire in grandi cartelloni?

"I teatri se la sono sempre cavata perché l’emozione di vedere uno spettacolo davanti ai propri occhi è impagabile. Ma sono felice della loro forza, del loro non arrendersi. Questo ha ripagato. Una parola di conforto va invece ai proprietari delle sale cinematografiche, ora in seri problemi a causa delle piattaforme che hanno cambiato molto le nostre abitudini".