
Danni e devastazione al ‘bilancione di Contrapò’. Tanta rabbia, amarezza e un senso d’impotenza da chi per anni ha gestito la storica struttura posta sull’argine sinistro del Po di Volano, in prossimità con il canale Diversivo. I fatti sono stati scoperto martedì mattina da un volontario di Legambiente Ferrara, Andrea Bergami: "Ero passato per il consueto controllo e pulizia da rifiuti abbandonati, in prossimità del ‘bilancione’ e la rete rossa era tagliata, poi sono sceso e ho visto i danni. Ho avvisato Maurizio Grazzi, presidente dell’associazione Paracadutisti d’Italia di Ferrara, in quanto fino a poco tempo fa gestivano la struttura. Insieme ci siamo recati alla caserma di Contrapò per la denuncia". Si tratta di una rete rossa che era stata posta nell’estate 2021 su indicazione della Regione congiuntamente all’agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile, con la notifica di un atto che di fatto chiudeva il ‘bilancione di Contrapò’.
Maurizio Grazzi, è incredulo e quasi in lacrime nel vedere quanto costruito con tanto sudore e sacrificio, insieme a Andrea Bergami spiega: "Hanno scardinato le porte, danni alle stoviglie, rotti tutti i piatti, hanno preso oggetti, spaccato i vetri delle finestre. E hanno tagliato la fune del bilancione. Per sistemarlo- precisa Grazzi - bisognerà andare in acqua con una barca e con le scale. Poi hanno aperto gli armadietti, imbrattato la struttura, tagliato tende esterne, piastra di ferro divelta". Altro fatto ‘strano’ la barca utilizzata per la manutenzione del bilancione è sparita, forse appositamente inabissata. Datto riscontrati anche all’esterno, con rottura dei parapetti e gettati in acqua.
I vandali, poi hanno preso delle griglie e fatto alcuni fuochi, scardinato il bagno chimico e rotto il lavandino. Nella punta in cui il Po di Volano si divide, un tavolo e cinque sedie gettate nell’acqua: "Non ci credevamo e poi li abbiamo portati a riva. Sono stati fatti dei fuochi che potevano diventare pericolosi per la vegetazione presente". Una storia del bilancione che nasce nel 1949 grazie a Romano Cavallini di Contrapò, pescatore di mestiere, che lo gestì fino al 1966, per Italo Ferri, Luigi Bertazzini poi la scomparsa di quest’ultimo nel 2006, subentrò l’associazione Paracadutisti d’Italia di Ferrara: "Era divenuto - prosegue Grazzi - un fiore all’occhiello, dove venivano molte persone anche note, oggi vederlo così fa davvero molto male". Ad accendere ancor più la rabbia una comunicazione del 5 ottobre 2020 dell’Arpae: "Una cosa scioccante - esorta Grazzi - dove ci veniva richiesto di pagare 70.953 euro per indennizzi annuali dal 2001 al 2020, quando noi siamo subentrati in anni diversi e chi c’era prima paga una quota di 280 euro all’anno. Ci è costato soldi di avvocato e chiaramente non potevamo far fronte ad una somma così importante. Da lì la successiva notifica con la chiusura della struttura delimitato da rete. Nel luglio 2021 abbiamo scritto anche al sindaco e vicesindaco. Noi abbiamo chiesto più volte di avere la concessione".
Mario Tosatti