MAURO PATERLINI
Cronaca

Davide Buzzi ucciso, voleva vendicare il figlio morto. Chi era il ‘gigante buono’

Gli amici, la figlia piccola, la passione per i tatuaggi. Era questo e molto altro. L’ex calciatore e capitano della Spal Davide Marchini lo ricorda così

Ferrara, 3 settembre 2023 – Gli amici, la figlia piccola, la passione per i tatuaggi. Era questo e molto altro, Davide Buzzi, ascoltando le parole dei suoi amici, che da ieri invadono la sua bacheca Facebook per inviare un saluto, un messaggio e un abbraccio virtuale.

Il bar della tragedia a Ferrara e nel riquadro la vittima Davide Buzzi
Il bar della tragedia a Ferrara e nel riquadro la vittima Davide Buzzi

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E la cosa ancora più triste di questa tragedia, nella quale tanti contorni sono ovviamente ancora da chiarire, è che solo due settimane fa le stesse persone che oggi piangono Davide, erano le stesse che piangevano il figlio Edoardo, scrivendo a Buzzi messaggi di dolore e vicinanza.

Insomma, una tragedia nella tragedia, che presenta tanti collegamenti. Ma torniamo a loro, a quegli amici che scelgono, chi in forma anonima e chi pubblica, di ricordare questo 43enne, nato a Codigoro ma residente da anni a Pontelagoscuro.

«Lo conoscevo abbastanza bene – racconta Davide Marchini, ex calciatore e capitano della Spal, oggi allenatore – per amicizie comuni, visto che lui era di Codigoro mentre io abito a Ostellato. Lo ricordo come il "gigante buono", uno che se ti era amico ti donava tutto. Diverse volte è venuto a casa mia, avendo la piscina e una figlia quasi coetanea del mio bambino, e tutto era sempre filato liscio, abbiamo passato dei bei momenti assieme. Mi dispiace molto per quello che è accaduto", scrive l’ex calciatore, che ha ricordato Buzzi sui social.

I tatuaggi dicevamo, erano una passione a cui lui si dedicava e di cui era riconosciuta l’abilità. Non è un caso che molti dei suoi amici con i quali era ritratto, erano spesso e volentieri tatuati da lui.

"Rispetto", scrive solo questo Federico Soffritti, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale, auspicando che quanto accaduto nelle ultime 24 ore non si presti a strumentalizzazioni di parte sul tema della sicurezza.

"Ho scritto queste poche parole – spiega Soffritti – senza entrare nel merito della vicenda ma solo perchè leggo e sento cose sui social inaccettabili. Speculazioni che non andrebbero mai fatte. Buzzi lo conoscevo di vista da anni, lo incrociavo spesso quando passavo da Pontelagoscuro e ci salutavamo sempre, pur non frequentandoci". Mauro de Marchi, agente di polizia per anni e istruttore e maestro di arti marziali, conosceva soprattutto il figlio Edo. "Anni fa veniva in palestra da noi – ricorda De Marchi – ma poi ebbe quella problematica al cuore che lo obbligò a smettere perchè non aveva l’idoneità sportiva. Il padre Davide lo vedevo spesso quando si recava a prenderlo, era rimasto un rapporto di cordialità tra noi, ci si scambiava gli auguri, ma non lo vedevo più da un po’ di tempo".