
Sull’accaduto ha indagato la squadra mobile (foto di repertorio)
Ferrara, 13 maggio 2025 – Mesi di violenze e soprusi nei confronti dei genitori e, infine, una notte di panico all’ospedale di Cona. Tra febbraio e aprile la polizia ha inanellato una serie di episodi che, alla fine, sono costati caro a un 29enne ferrarese con problemi di abuso di stupefacenti e già noto alle cronache per aver imbrattato un muro in via Borgo di Sotto con la scritta ’Ebreo’ e per aver danneggiato la vetrina dello Spal Store di via Mazzini. Nei giorni scorsi, il ragazzo è stato raggiunto da un ordine di custodia cautelare in carcere firmato dal giudice per le indagini preliminari Andrea Migliorelli su richiesta del pubblico ministero Ciro Alberto Savino. Nel frattempo, lunedì scorso, il ragazzo era stato già arrestato – stavolta dai carabinieri – per aver violato il provvedimento che gli impediva di rientrare a casa dei genitori dopo le ultime intemperanze. Arresto a cui ora si è aggiunto anche il ‘conto’ per i mesi di violenze tra le mure di casa e per i fatti del pronto soccorso.
Ma andiamo con ordine. Gli episodi finiti nel mirino di procura e polizia sono iniziati a febbraio. Si parla di botte, suppellettili danneggiati, minacce di morte e altro, sempre nei confronti del padre e della madre con i quali era tornato di recente a vivere. Tra le varie contestazioni che vengono mosse al 29enne figurano alcuni episodi più eclatanti. In un caso il giovane avrebbe afferrato il padre per il collo per poi strappargli di mano il cellulare e minacciarlo di morte quando l’uomo ha fatto il gesto di chiamare i soccorsi.
In un’altra occasione avrebbe costretto i genitori a rimanere seduti a guardare video di canzoni su Youtube, giurando che altrimenti li avrebbe ammazzati. Ma gli episodi più pesanti, almeno stando a quanto ricostruito dagli uomini della squadra mobile, sarebbero quelli avvenuti tra il 10 e l’11 aprile. Si comincia nel cuore della notte, con il 29enne che sveglia il padre e lo costringe a cercare un bar aperto alle 4 del mattino. Poi si continua con nuove minacce, stavolta brandendo una pinza, e altre botte. Infine, a sera, all’ennesimo intervento delle pattuglie il 29enne, in preda all’agitazione, viene portato al pronto soccorso. A Cona va in scena l’ennesima esplosione di violenza. Il ragazzo dà in escandescenza e, dopo aver spaccato un computer e sfondato una parete di cartongesso, se la prende con un infermiera, torcendole il polso. Il tutto gridando frasi sconnesse, nelle quali si sarebbe detto pronto a ucciderli e scontare trent’anni di carcere.
È stata l’ultima goccia. La squadra mobile ha raccolto tutti gli elementi necessari alla procura per chiedere la misura cautelare, emessa nei giorni scorsi. Il tutto mentre il giovane si rendeva protagonista di altri fatti che avevano portato a un allontanamento urgente dalla casa familiare e a un nuovo arresto per violazione di quello stesso divieto, al quale ora si è aggiunta l’ordinanza che lo consegna (almeno per un po’) alle mura del carcere.