Green pass controlli, prima scuola ammonita a Ferrara

L’Ufficio scolastico provinciale a Stefano Gargioni, dirigente della Bonati: "Deve rispettare la normativa"

Stefano Gargioni, dirigente dell’Istituto comprensivo Perlasca

Stefano Gargioni, dirigente dell’Istituto comprensivo Perlasca

Ferrara, 3 settembre 2021 - Nessun controllo del Green pass, e per il dirigente scolastico scatta la segnalazione e il richiamo, fermo anche se per ora pare soltanto verbale, da parte dell’Ufficio scolastico provinciale. Perché mercoledì, primo giorno di scuola e di riunione collegiale in presenza del corpo docenti, alle ’Bonati’ di via Poletti nessuno ha provveduto – come prevedono la normativa e le circolari ministeriali – a controllare con precisione la documentazione degli insegnanti. Per valutare il possesso o meno del Green pass, con la corrispondenza all’effettuazione delle vaccinazioni o di un tampone negativo (la cui validità, si ricorda, è di 48 ore).

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Di fronte a questo omesso controllo, è scattata – da parte di alcuni insegnanti in regola con quanto disposto dal decreto – la segnalazione a Veronica Tomaselli, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale. Di qui il ’richiamo’ (evidentemente, non quello vaccinale) a Stefano Gargioni, dirigente dell’Istituto comprensivo Perlasca, cui la scuola media fa riferimento.

La Tomaselli, a quanto si apprende, avrebbe invitato Gargioni ad allinearsi immediatamente a quanto previsto dalla normativa in materia di Green pass; ma ancora ieri non risultava modificata in alcun modo la modalità dei controlli della documentazione in possesso dei vari docenti. La quasi totalità dei quali sarebbe in effetti in regola con quanto richiesto per il rilascio del Green pass; ma si segnalano alcuni casi (tra cui lo stesso preside, oltre ad altri addetti dell’istituto) in cui il mancato controllo si accompagnerebbe piuttosto – il condizionale è d’obbligo – con la non effettuazione del ciclo vaccinale o con un tampone svolto nei tempi richiesti.

Di qui, al termine della riunione collegiale, l’informativa all’Ufficio scolastico provinciale, perché la situazione venisse subito affrontata nei modi dovuti. E come detto, la Tomaselli ha provveduto subito a chiamare Gargioni per ricordagli quello che, da dirigente, è tenuto a fare. Nei giorni scorsi, tra l’altro, era stato chiarito che le scuole sono tenute al controllo quotidianamente del Green pass di tutto il personale, in attesa dell’attivazione di una banca dati che possa garantire anche la dovuta privacy del personale. Ma alla Bonati nulla, mercoledì, è stato richiesto: una sorta di ’free pass’, che contrasta con le disposizioni ministeriali in materia di sicurezza anti Covid.

Gargioni, al proposito, dice di non voler rilasciare dichiarazioni ufficiali: "Parlerò con la Tomaselli nelle forme e nei modi dovuti – la stringata risposta –, al momento sto studiando una alternativa che possa garantire l’accesso alla scuola sia a chi ha tutti i requisiti previsti per il Green pass, sia a chi per le proprie ragioni non rientra nelle condizioni indicate".

Una ’terza via’, per usare un riferimento alla storia politica, che al momento non è invece contemplata dalla normativa. Di qui la fermezza dell’Ufficio scolastico provinciale nel chiedere che, nel più breve tempo possibile (e già ieri questo avrebbe dovuto accadere) la ’Bonati’ e il comprensivo ’Perlasca’ si adeguassero a quanto tutte le altre scuole ferraresi, sia pure con l’immaginabile complessità, hanno iniziato a fare. Il dirigente Gargioni non è nuovo a episodi di disallineamento rispetto ai decreti Covid; già nel novembre 2020, si ricorderà, era assurto alle cronache per aver contestato il Dpcm che indicava l’obbligo delle mascherine a scuola, sino al punto di ’esentare’ i bambini dall’indossarla durante le lezioni. Anche in quella circostanza, necessario un perentorio richiamo degli organi scolastici superiori per fargli correggere la circolare fuorilegge.

Ora la ribellione si estende al Green pass (forse nella convinzione dell’inutilità del vaccino o come forma di contestazione, ideologica, nei confronti dei provvedimenti del governo), e non si escludono altri e più vivaci colpi di scena. Non mancano, allargando l’orizzonte, casi sporadici di insegnanti che non avrebbero completato il ciclo vaccinale, e qualche assenza considerata ’tattica’. Ma alla ’Bonati’ ha subito fatto scalpore l’assenza anche del minimo controllo.