
Il progetto Feris. Percorso partecipativo per l’ex caserma . Via libera in Comune
Qualcuno forse l’ha già dimenticato. Altri sicuramente no. Forse non è più corretto parlare di progetto Feris, per lo meno nella sua formulazione originaria. Eppure, sul piano di riqualificazione dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli di via Cisterna del Follo, le braci sotto la cenere ardono ancora. Tant’è che il Comune ha avviato l’iter per procedere a un percorso partecipativo che coinvolgerà i cittadini nella stesura di un nuovo progetto finalizzato a recuperare quel buco nero in centro storico. Tra gli uffici del Comune sta infatti circolando una bozza di determina con la quale l’amministrazione è intenzionata ad affidare a un soggetto terzo la messa a terra dell’iter per coinvolgere in particolare tutti gli stakeholder a partire dai comitati che – più di tutti – si sono schierati contro la formulazione originaria del piano, chiedendo di essere coinvolti nella stesura di quello nuovo. Peraltro rivendicando un impegno assunto personalmente dal primo cittadino Alan Fabbri nel corso del Consiglio comunale che votò il documento della maggioranza con il quale si accoglievano le richieste dei cittadini.
Una manovra politica per evitare la spaccatura della maggioranza, che invece votò compatta. Ma fu una costola della stessa maggioranza – capeggiata dal gruppo Ferrara Nostra, Francesca Savini in testa – a bloccare Feris nel suo impianto primigenio. In particolare, a destare preoccupazione fra i cittadini era la richiesta di un privato – il finanziatore dell’intero piano – di realizzare, a fronte della riqualificazione della caserma (adibita a studentato), una maxi superficie commerciale in via Caldirolo ai piedi delle Mura. Quella seduta fiume di Consiglio comunale, terminò nella tarda ora del 28 febbraio 2022. Da allora, un gruppo di esponenti del Forum Ferrara Partecipata, ogni venerdì si assiepa sotto lo scalone con striscioni e scritte eloquenti. L’obiettivo è quello di ricordare al sindaco l’impegno preso. Ebbene, è l’assessore all’Ambiente Alessandro Balboni – che fin dall’inizio curò l’annosissima pratica che infiammò il dibattito – ad annunciare l’avvio dell’iter per il percorso partecipato. "Nelle prossime settimane – spiega – concluderemo la pratica di affidamento a un soggetto esterno per coordinare il percorso partecipato, che coinvolgerà comitati, le associazioni di categoria e l’università".
Ancora non sono ben chiari gli estremi del percorso, ma l’ipotesi è quella di avviare un iter che dovrebbe durare circa tre mesi a partire, ragionevolmente, dall’inizio del prossimo anno. "Mi aspetto – chiude l’amministratore – che si arrivi alla definizione di un piano di recupero dell’immobile, per il quale sarà necessario in prima istanza anche parlare con la proprietà, che riuscirà a ottemperare tutte le istanze con l’obiettivo di realizzare uno studentato che possa rispondere alle esigenze di un ateneo in costante crescita".