Caro Carlino,
spero che le prossime celebrazioni del 25 aprile non si consumino in una retorica appassita che rischia di offuscare i valori di libertà e di democrazia rappresentati dalla festa della Liberazione, ma sia anche l’occasione per riflettere sull’avvento e la fine del fascismo a Ferrara, senza paraocchi eschemi precostituiti. Commentando i risultati delle ultime elezioni amministrative e ripercorrendo la storia di Ferrara negli ultimi cento anni, un insospettabile antifascista come Daniele Lugli ha scritto “che il fascismo si affermò non solo per i finanziamenti ricevuti e per la violenza esercitata, ma per un crescente, trasversale, consenso. La città nel maggio del 1922 è occupata dalle squadre di Balbo, con 60 mila braccianti, organizzati ed inquadrati, che affidano al fascismo le speranze prima riposte nel socialismo”. Non sarebbe il caso di riflettere su quel “crescente e trasversale consenso”, chiedendosi ad esempio perchè l’avvento del fascismo fu salutato positivamente da uomini come il conte Giovanni Grosoli, la cui figura è stata recentemente riproposta all’attenzione dei fedeli da Mons. Perego? E circa il periodo buio di Salò, perchè non riflettere sulle parole di Paolo Mieli (“Il caos italiano”, Rizzoli, 2017) , secondo cui “Non si può ridurre "l’ultimo fascismo alla semplice e unica categoria interpretativa della barbarie consumata da un manipolo di sanguinari". Luciano Chiappini, che finì a Coltano fra gli “irriducibili” assieme Giovanni Prodi, fratello di Romano, facevano forse parte di orde sanguinarie o non furono travolti dagli eventi, finendo per vestire una divisa che sarebbe poi stata loro rinfacciata, come se un giovane ventenne avesse a disposizione tutte le categorie storiche e interpretative atte a compiere scelte lucide e consapevoli? Mi auguro dunque che il prossimo 25 aprile sia anche l’occasione per rispondere a interrogativi che rompono i consueti schemi ideologici ma meriterebbero attenzione e risposte, come in passato non è accaduto.
Gianni Marchetti
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RUBATA LA MADONNINA
DI VIA ZEMOLA
Caro Carlino,
sono arrabbiata nera! Qualche ignorante, stupido, arrogante e vigliacco ha rubato la Madonnina di via Zemola! Terza volta! Tanti si fermavano da Lei a pregare, per un saluto, per delle grazie.. Ed era sempre piena di fiori curati dalle sue vicine. Poi cos’e’ quella scritta sulla grondaia? (E’ peccato peccare, con disegnini vari). A chi dava fastidio? Ma dai, portala al suo posto cretino!
Barbara D’Agostini