REDAZIONE FERRARA

L'abitudine sbagliata", viaggio tra stereotipi e pregiudizi a Ferrara"

Tre ragazzi, Maria, Lalla e Bruno, scoprono un legame stretto e l'utopia di libertà in una città, ma sperimentano anche il tradimento dell'amicizia e l'abitudine alla sofferenza.

È un viaggio negli stereotipi e nei pregiudizi quello che fa fare ‘L’abitudine sbagliata’, romanzo di Francesca Capossele edito da Playground, presentato alla libreria Ubik insieme all’autrice, alla docente di lettere Silvana Maria Baroni e all’ex presidente di Arcigay Flavio Romani.

"È un piccolo gioiello – secondo Romani- un libro che mi ha emozionato dalla prima all’ultima pagina, ti aggancia, ti prende per mano e ti trascina". Il romanzo, come ha introdotto Flavio Romani, è la storia di tre ragazzi, Maria, Lalla e Bruno, che creano un legame stretto, quasi esclusivo rispetto al resto del mondo: "Sono visti male dal paese perché non accettano le regole degli altri, entrare in una vita già predestinata, non accettano le critiche, anzi vanno oltre a quello che i genitori, i vicini, il paese, pensano che dovrebbero fare. Vivono nella periferia, uno dei motivi che si sente molto nel libro, una periferia fatta di condomini tutti uguali, squadrati, con l’intonaco grigio. A loro si aggiunge Luis, che sconvolgerà la vita di tutti, entrando in maniera forte nel terzetto e costringendoli a riflettere su loro stessi, sul rapporto tra loro e di cosa sarà delle loro vite".

Temi portanti del libro, in cui tempo e spazio non sono definiti, come ha illustrato l’autrice, sono l’amicizia "e purtroppo il tradimento dell’amicizia, che come ogni sentimento può radicarsi ma anche bruciare e finire in un’estate" e la città "che si spalanca davanti ai ragazzi come un’utopia di libertà". L’abitudine sbagliata del titolo è, per Francesca Capossele, "quella alla sofferenza".

l. b.