
Le rotte della droga Traffico internazionale, in città la base logistica Sei spacciatori arrestati
Ferrara era l’epicentro di un doppio traffico internazionale di droga, proveniente dalla Nigeria e dall’Olanda. La base logistica e gestionale del vasto giro di marijuana, eroina e cocaina era un appartamento in zona Krasnodar. Da qui poi, la droga partiva per le principali piazze di spaccio del Nord-Est e non solo. L’attività illecita è stata scoperta e stroncata dalla guardia di finanza (in campo anche cento militari del Gico, Gruppo investigazione sulla criminalità organizzata), che, nella giornata di ieri, ha eseguito arresti in cinque regioni. Il gip del tribunale Trieste, città dalla quale è partita l’inchiesta, ha emesso diciotto ordinanze di custodia cautelare in carcere per altrettanti nigeriani, tutti ritenuti coinvolti nel traffico di stupefacenti. Sei di essi (tra cui due donne) sono stati individuati e catturati a Ferrara. Un settimo, sempre ricercato tra le mura estensi, non è ancora stato scoperto. La perquisizione nella sua abitazione ha però permesso di recuperare quattro ovuli di droga vicino al letto.
Le indagini. L’operazione (denominata ‘Green road’) è partita da Muggia, in provincia di Trieste, dove è stato ritrovato un borsone con dieci chili di marijuana abbandonato su un autobus proveniente da Roma. Da qui sono partite le indagini delle fiamme gialle, coordinate dalla procura distrettuale antimafia di Trieste. L’attività investigativa ha permesso di identificare alcuni dei passeggeri presenti sul mezzo, scesi precipitosamente a una delle fermate precedenti. Su questa base è partito un lungo e certosino intreccio di dati telefonici dei sospettati. Il lavoro degli inquirenti ha permesso di ricostruire due diverse rotte: la prima tra l’Olanda, Bologna, Milano e Ferrara. La seconda tra Lagos, Addiss Abeba, Milano e Roma che, sempre via Ferrara, arrivava a rifornire le piazze del Nord Est fino a Udine. La droga veniva trasportata in Italia tramite ‘ovulatori’, cioè soggetti che la ingerivano per farla entrare nel nostro Paese o via aereo o tramite pullman. I corrieri partivano pieni di droga e rientravano carichi di denaro. Il grosso degli arrivi era su Bologna, per poi virare su Ferrara dove si trovava, riprendendo la metafora usata da un investigatore, il "consiglio di amministrazione illegale" del gruppo. Una volta giunti nella città estense, i corrieri consegnavano gli ovuli che poi venivano smistati nelle varie piazze di spaccio.
Nel complesso, l’inchiesta vede coinvolte 48 persone. I primi trenta indagati sono sostanzialmente ‘pesci piccoli’, per lo più ovulatori. Il giro di arresti di ieri va invece a colpire i livelli intermedi. Gli arrestati ferraresi sono tutti considerati elementi di spicco del gruppo, essendo punto di riferimento per tutti i soggetti coinvolti nel’indagine. I nigeriani finiti nel mirino della Finanza avrebbero maneggiato e spacciato oltre cento chili di stupefacenti tra eroina, cocaina e marijuana. Droga che, una volta sul mercato, avrebbe generato un giro d’affari per oltre due milioni di euro.
Federico Malavasi