Lido di Volano, onda del mare invade strade e case. Lotta contro il tempo dei volontari

La Protezione civile cerca di chiudere la breccia dalla quale è entrata l’acqua. Vengono distribuiti sacchetti di sabbia alla popolazione, alcune case sono rimaste senza luce per giorni

Ferrara, 26 novembre 2022  - Le case delle vacanze, villette dove si riversano i turisti duranta la stagione estiva, sembrano quasi galleggiare in quel mare scuro che ha invaso da giorni l’abitato di Lido di Volano, nel comune di Comacchio. La gente fa la spola per andare a prendere i sacchetti di sabbia che la Protezione civile distribuisce in un parcheggio, diventato il comando generale di una task force formata da volontari, vigili del fuoco, polizia municipale, carabinieri. Il sindaco Pierluigi Negri è in mezzo alla sua gente, il volto scuro.

Un volontario della Protezione civile soccorre una donna nel mare d’acqua
Un volontario della Protezione civile soccorre una donna nel mare d’acqua

Dice: "La situazione è sotto controllo, ma non sappiamo cosa succederà". Tradotto se il tempo reggerà ancora, è annunciata un’altra onda di marea ma più bassa di quella – record – che ha toccato 1,45 metri a Porto Garibaldi. Era martedì, una data che entrerà nella storia del Delta per restarci. Non era mai stato registrato un livello simile. Il massimo era di 1,20 metri. Via del Bosco, c’è una pattuglia dei vigili che blocca le auto. Non si passa. Oltre proseguono solo i mezzi dei tecnici. Che stanno lottando contro il tempo per fermare il mare, che entra da una falla dell’argine denominato – ironia – della Madonnina. Da 35 metri d’ampiezza la falla è stata ridotta a 10.

"E’ stata realizzata una pista di due chilometri", spiega Rita Nicolini, direttore dell’agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile della Regione. La pista, che attraversa le dune, serve a raggiungere il punto da dove l’acqua si è irradiata nella pianura, tra le case, nell’anima della gente portando un senso di freddo, di impotenza. Attorno a lei c’è un esercito con i caschetti e le divise gialle che lavora via terra perché i pontoni non riescono ad arrivare dove si è formata la breccia, che verrà chiusa da massi ciclopici.

Non è un lavoro facile, oltre il gomito dell’argine del Po di Volano si vede quella ferita aperta. Da lì entra il mare. Non è il solo fronte di questa lotta. L’altra linea di questa battaglia è poco più oltre, lungo un argine dove si arrampica una ruspa. Lì ci sono sei pompe che funzionano notte e giorno, aspirano l’acqua dal Lido e la buttano nel Po di Volano, per cercare anche di abbassare il livello del lago della Nazioni. Un altro motivo – quello specchio d’acqua – di forte preoccupazione. Su questa trincea, fatta di massi a rinforzare la sponda ci sono Guerrino Ferroni, presidente della Protezione civile di Comacchio, e Augusto Ronconi, vice presidente della Trepponti.

"Noi ce la mettiamo tutta", dicono gli occhi a quella distesa d’acqua e al cielo, le previsioni del tempo un chiodo fisso. Sono loro a distribuire i sacchetti di sabbia e sono sempre loro a portarli nella case, ai residenti che cercano di innalzare fragili barriere tra l’acqua e i ricordi di una vita, ore al buio mentre la corrente salta e poi torna. Riassume quello che ha vissuto la gente che abita il gruppo di case asserragliato sotto un argine, il sindaco: "É stato un piccolo tsunami".

Questa mattina i volontari si alzeranno all’alba, bisogna pulire gli stabilimenti balneari.