FERRARA
L’inchiesta sulle presunte ’mazzette’ in fiera potrebbe giungere a un verdetto alla fine di ottobre prossimo. Dopo più di tre anni, sembra sia stata imboccata la strada per giungere a una sentenza del Tribunale di Ferrara, sul primo filone dell’inchiesta coordinata dal pm Ciro Alberto Savino nell’ambito del presunto ’malaffare che avrebbe ruotato attorno alla Fiera. Nell’udienza di ieri davanti al giudice dell’udienza preliminare Carlo Negri, Nicola Zanardi (difesa avvocato Marco Linguerri), ex presidente; Giorgina Arlotti (difesa Marco Linguerri); Angelo Rollo (difesa Simone Bianchi) e Pietro Scavuzzo (difesa Elisabetta Marchetti) hanno chiesto di essere giudicati con rito abbreviato, rito che prevede, in caso di condanna, lo sconto di un terzo della pena. Mentre un altro ex presidente Filippo Parisini (difesa Claudio Maruzzi) non ha chiesto riti alternativi e quindi il gup deciderà sul non luogo a procedere oppure per il rinvio a giudizio. Le prossime udienze del processo sono state fissate al 10 ottobre prossimo, quando inizierà a parlare il pm Savino, poi le parti civili e poi le difese di Zanardi e Arlotti. Mentre nella successiva udienza, il 31 ottobre, a prendere la parola saranno i difensori di Rollo e Scavuzzo. Salvo eventuali repliche, e quindi la necessità di un ulteriore passaggio in aula , il gup dovrebbe emettere la sentenza.
Le indagini. Il percorso per arrivare a ieri è stato piuttosto lungo e tortuoso, ed è passato da due modifiche del capo di imputazione. L’ultima, a metà luglio scorso quando l’accusa per i due presidenti della Fiera che si sono succeduti tra il 2013 e il 2016, Nicola Zanardi e Filippo Parisini, è passata da da concussione a induzione indebita a dare o promettere utilità. Nella tessa udienza, poi, ci fu l’apertura di una nuovo fascicolo nei confronti del grande accusatore, Pietro Scavuzzo, che è passato dall’essere vittima della presunta ’concussione’ in precedenza contesta ai due ex presidenti, a ricoprire il ruolo di sodale nell’ipotizzato accordo illecito che, sostanzialmente, si baserebbe nel riconsegnare all’Ente, il 20 per cento delle cifre incamerate da Scavuzzo in cambio dell’esclusività a fornire allestimenti per la Fiera. Questo il fulcro su cui ruota la nuova contestazione della procura ferrarese. Le indagini della procura di Ferrara sono nate a seguito di quanto denunciato proprio da Scavuzzo nel momento in cui, a suo dire, sarebbe stato estromesso dai giochi a causa della sua difficoltà nel corrispondere la quota che gli garantiva l’esclusiva negli appalti per gli allestimenti in Fiera.
Cristina Rufini