Museo della Resistenza Da luglio via al restauro di palazzo Pico Cavalieri "Sarà vicino ai giovani"

L’assessore Gulinelli e la dirigente Guidi parlando alle associazioni

Museo della Resistenza  Da luglio via al restauro  di palazzo Pico Cavalieri  "Sarà vicino ai giovani"

Museo della Resistenza Da luglio via al restauro di palazzo Pico Cavalieri "Sarà vicino ai giovani"

Nessuna polemica, tanto lavoro e una nuova luce sullo sfondo, come i bagliori del Garofalo. Nuova luce, ovvero nuova primavera per il Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara, chiuso dal primissimo periodo Covid del 2020 e mai riaperto. Per ora. Ieri, infatti, si è tenuta la presentazione dei ‘lavori in corso’ per la realizzazione della nuova area espositiva, che avrà sede alla Casa della Patria, detto anche palazzo Pico Cavalieri. Il palazzo verrà restaurato a partire da luglio, per circa due anni. Come anticipato nei giorni scorsi, l’investimento complessivo ammonta a 1.838.000 euro finanziati sia dalla Regione Emilia-Romagna (1.077.000 euro), che dal comune, attraverso fondi assicurativi (761mila euro).

"Il Museo del Risorgimento e della Resistenza è importante per la città, la comunità e il territorio – afferma l’assessore alla cultura, Marco Gulinelli – il dialogo si era interrotto, ma non significa che il percorso si fosse interrotto: ringrazio i collaboratori e i dipendenti che si sono prodigati. I risultati, tra conferenze, lavoro di archiviazione, restauri (che in parte sono già stati fatti e che in parte faremo ancora), dimostrano con quanta energia abbiamo lavorato". Nello stesso tempo si poteva aprire un museo, magari temporaneo? "Che senso avrebbe avuto? – continua Gulinelli – un museo si chiama così quando sai esattamente quello che hai e che quello che esponi ha un percorso scientifico ben preciso. Non c’è altro: è tutto sotto gli occhi di tutti". Tra gli altri, il riferimento è alle operazioni di censimento della grande quantità di materiali del museo: "un censimento fatto per la prima volta nella sua completezza".

Il fine di tutto questo è chiarito da Ethel Guidi, dirigente del servizio Musei d’arte: "vogliamo aprire un museo moderno che utilizzi un linguaggio amichevole e che consenta di trasferire la conoscenza e la memoria, anche ai più giovani". Più nei dettagli, dal 2020 ad oggi, sono stati investiti circa 50mila euro per interventi di conservazione preventiva, manutenzione, restauro e digitalizzazione del materiale. A tal proposito, durante la tavola rotonda, è stato comunicato come le operazioni di trasferimento del materiale dall’ex museo di Ercole I d’Este abbiano, in realtà, permesso di evidenziare uno stato conservativo drammatico, "in molti casi tragicamente aggravato dalle inadeguate modalità espositive".

Quindi, si è provveduto al restauro, ad esempio, del Vessillo raffigurante lo spartito dell’Inno risorgimentale ‘Invito all’armi’ di Egisto Vignozzi, ma anche la bandiera della 35° Brigata Garibaldi d’assalto Bruno Rizzieri o la giacca del partigiano Edgardo Fogli, con fori di proiettile. E ancora, capi di abbigliamento storico, labari, bandiere…e il nuovo museo? Entro giugno – si spera – verranno affidati i lavori di Palazzo Pico Cavalieri, che inizieranno a luglio 2023. Il cantiere durerà un paio di anni. Ma niente di invasivo o di eccessivo: saranno lavori e restauri di tipo conservativo.

L’identità del palazzo (nato come abitazione privata) verrà mantenuta e, in alcuni casi, recuperata, con l’aggiunta però di tutte quelle strutture che rendono un museo tale (per dirne una, l’ascensore). Nel frattempo, si penserà a un progetto di allestimento per la ricollocazione al piano nobile dell’edificio del museo. Nel piano rialzato, invece, verranno ricollocate le Associazioni ex combattentistiche. E il percorso del museo?

Ci saranno diverse sezioni, che affronteranno episodi della storia nazionale, internazionale e ferrarese. Si parlerà della nascita e della storia del museo, della Campagna francese e del Risorgimento (1796 -1860), dell’Unità d’Italia, del Colonialismo e della guerra italo-turca (1862-1918), di Pico Cavalieri, di ebraismo ferrarese, di Prima guerra mondiale, per concludere con una sezione dedicata a ‘Seconda guerra mondiale, fascismo e resistenza’.

Francesco Franchella