"Nel bilancio debiti per 42 milioni, frutto di vecchi schemi. Mancano audacia e pluralismo"

Mattarelli (Libertà per Cento) analizza i conti del Comune: "Omologazione preoccupante al potere economico, mentre continuiamo a perdere posti di lavoro"

"Nel bilancio debiti per 42 milioni, frutto di vecchi schemi. Mancano audacia e pluralismo"

Marco Mattarelli, Libertà per Cento

"Il bilancio consolidato 2023 vanta 173 milioni di euro di patrimonio intoccabile e 42 milioni di euro di debiti che sono invece da pagare". È l’analisi di Marco Mattarelli (Libertà per Cento), ex consigliere comunale sempre attento ai dati economici della città. "Il consiglio comunale ha approvato il bilancio consolidato 2023 della città nel silenzio più assoluto, soprattutto delle opposizioni – tuona –. Il bilancio consolidato evidenzia le società e gli enti controllati. Si nota il persistere della debolezza strutturale del bilancio di Cmv Servizi costretta a pagare il mutuo che oggi a 20 anni dalla costruzione dell’immobile di via Malamini ammonta ancora a 1,350 milioni e il debito di 1,5 milioni che il Comune ha con la sua controllata Cmv in una gestione superficiale che si protrae da anni". Ma non è tutto. "Il Comune – aggiunge Mattarelli – sostiene integralmente le attività teatrali e del carnevale per due milioni e 400mila euro, ovvero 890mila per il 2023 e 770mila rispettivamente per il 2024 e 2025. Ente Territorio è fallita come avevo previsto dal 2016 e Clara (partecipata al 15.73%) aumenterà continuamente le tariffe rifiuti con 30 milioni di debiti complessivi, situazione per cui avevo già proposto di uscire dalla società indicendo una gara per scegliere un altro gestore rifiuti".

E allarga lo sguardo alla situazione complessiva. "Il Comune ha entrate proprie da tasse ai cittadini per 18,4 milioni e uscite correnti medie per 28,7 milioni che senza trasferimenti da Stato o Regione non riuscirebbe a coprire – sottolinea –. Inoltre la bozza di decreto attuativo preparata dal Mef prevede tagli alla spending review dei Comuni in base ai fondi del Pnrr: chi ha avuto più progetti finanziati dal piano subisce tagli maggiori". E parla di Cento. "Sono contrario a una gestione omologata e inchiodata su vecchi schemi gestionali – conclude –. Non ci sono audacia e pluralità, anzi. Ci sono un conformismo allarmante e una omologazione al potere economico locale ancora più preoccupante mentre si perdono ricchezza e posti di lavoro. Auspico una ripresa di autorevolezza e indipendenza della politica che non può essere mezzo per la carriera personale dei politici promettendo benessere impossibile ai cittadini".

l. g.