Uno dei primi a muoversi, sollecitato dall’Anpi, chiamando in causa prima la Prefettura e poi direttamente Roma, è stato il sindaco di Argenta Andrea Baldini. "Abbiamo chiesto immediatamente – dice al Carlino – alla Commissione apposita del Consiglio dei ministri che cura questo genere di ricerche e onorificenze, di procedere con un ulteriore approfondimento sull’appuntato Giuseppe Vassallo a seguito del suo collaborazionismo con i tedeschi. Un personaggio quantomeno divisivo". Su una cosa, il primo cittadino, si dice però certo: "Non ci sono dubbi sul fatto che non sia mai stato internato. Non risulta la sua presenza negli elenchi degli internati e negli archivi storici dell’Arma, l’unico documento esistente è il foglio di matricola sul suo servizio". Il quale però "venne perso e poi ricostruito nel 1955". Dunque, quello che oggi abbiamo a disposizione, non sarebbe l’originale. "Solo quel foglio – riprende Baldini – attesterebbe la sua presenza nei campi di concentramento. Ma, ribadisco, si tratta di una ricostruzione e non dell’originale documento".
Altro dubbio: "L’uccisione dell’appuntato – riprende – avvenne l’8 maggio 1945, il giorno seguente al suo ritorno a Filo. Stando alle nostre ricerche, non abbiamo notizie di persone internate rientrate in quella data. E se vogliamo essere ancora più precisi, non abbiamo notizie di ciò prima del 20 maggio 1945".
Poco prima delle festività natalizie, il sindaco ha chiesto e ottenuto un incontro con il prefetto Massimo Marchesiello per chiedere formalmente "un supplemento d’indagine a Roma sulla figura del carabiniere". Una ricerca che ad oggi è ancora in corso. "Se quella dirà che l’appuntato Vassallo è stato realmente internato, allora la consegna della medaglia in suo onore dovrà assolutamente avvenire. Ma qualora esistessero dubbi, come crediamo, allora bisognerà fermarsi. Comprendo perfettamente – chiude Baldini – la delusione dell’Anpi e spero che presto si faccia chiarezza una volta per tutte e si possa ripristinare la verità".
n.b.