Piano B per rigenerare l’Italia: "Partiamo dall’impegno civico"

Incontro voluto da Confcooperative con gli autori del manifesto: "Aggreghiamo le forze vive"

Piano B per rigenerare l’Italia: "Partiamo dall’impegno civico"

Piano B per rigenerare l’Italia: "Partiamo dall’impegno civico"

Un "manifesto per rilanciare il ruolo della società civile per il benessere e lo sviluppo" allo scopo di "proporre un’alternativa al modello di sviluppo dominante aggregando le tante forze costruttive presenti nel Paese". E’ lo spirito che anima ’Piano B: uno spartito per rigenerare l’Italia’, edito da Donzelli, il saggio a più mani presentato martedì al Libraccio nell’ambito delle ’Conversazioni. Il tempo dell’ascolto’ organizzate da Confcooperative Ferrara. Ospiti due dei quindici studiosi, docenti ed esperti che hanno redatto il testo: Paolo Venturi, direttore di Aiccon (centro studi promosso dall’Università di Bologna, dal movimento cooperativo e da varie realtà pubbliche e private nell’ambito dell’economia sociale) e Leonardo Becchetti, ordinario di economia politica all’Università Tor Vergata di Roma e direttore del sito benecomune.net. Introdotti da Ruggero Villani, direttore di Confcooperative Ferrara e presidente della Scuola di Sviluppo territoriale, e stimolati dalle domande di Cristiano Bendin, capo della redazione di Ferrara de il Resto del Carlino, i due studiosi hanno spiegato la necessità di "mettere in connessione permanente il pensiero con l’azione virtuosa ed efficace già sperimentata dalle tante persone che nei territori, nelle organizzazioni nelle istituzioni, già lavorano": "L’impegno civico e sociale – ha osservato Venturi – rimane ancora oggi il terreno più fertile per la rigenerazione del senso di cittadinanza: senza di esso le democrazie si indeboliscono e, se crolla fiducia nella rappresentanza, crolla la democrazia". Non un partito, quindi, ma uno “spartito”, un progetto si basa su cinque parole chiave: costituzione, generatività, complessità, sussidiarietà e sostenibilità. Un progetto aperto ai contributi culturali, operativi e organizzativi di chiunque voglia dare una mano. "Dobbiamo abbandonare la prospettiva individualistica – ha aggiunto Becchetti – : la persona è tale perché è in relazione con il resto dell’umanità e tutte le forme di vita. Essa esiste solo in rapporto al luogo in cui vive, all’ambiente nel quale si colloca, all’insieme dei rapporti che costruisce". Durante la chiacchierata sono stati affrontati temi come la giustizia, la sussidiarietà, la comunicazione ("che deve andare controcorrente in un’agorà digitale che finisce per dividerci"), l’investimento (che, per Becchetti, richiede un’evoluzione che vada oltre la prospettiva attuale riduzionista nella quale l’obiettivo è il profitto realizzato ’non-importa-come’. Il nuovo criterio di valutazione deve essere l’impatto generativo") e innovazione: "L’innovazione – ha osservato Venturi – è generativa quando è in grado di armonizzare l’ottimizzazione dei fattori della produzione con l’espressività umana che si realizza attraverso il lavoro". "Tra liberisti, sovranisti e radical chic – hanno precisato i due relatori – c’è chi mette al centro la fraternità e l’intelligenza relazionale, che mancano alla politica di oggi".

re. fe.