Piena del Po 2019 Ferrara, gli evacuati. "Lasciamo casa ma vigileremo contro i ladri"

Una mattinata tra i residenti della golena di Pontelagoscuro, costretti ad uscire dalle proprie abitazioni a scopo cautelare

I residenti di Pontelagoscuro lasciano le loro case già allagate

I residenti di Pontelagoscuro lasciano le loro case già allagate

Ferrara, 27 novembre 2019 - Un centimetro in più di acqua, un abitante in meno in zona. Man mano che, ieri, il livello del Po saliva, i residenti della golena di Pontelagoscuro lasciavano le proprie abitazioni, alla ricerca di un posto sicuro dove trascorrere la notte. Non una scelta spontanea, quanto piuttosto dovuta ad un’ordinanza comunale. Non fosse stato diramato il documento, infatti, molti degli abitanti delle zone limitrofe al Grande Fiume non se ne sarebbero mai andati.

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«Controlliamo noi il livello» hanno cercato di rassicurare tutti alcuni residenti. Ma la Protezione civile era lì per garantire che nessuno, anche solo per caso, rimanesse nei paraggi quando – ora dopo ora – il letto del Po alzava l’asticella del pericolo. La vera piena è tutt’ora in transito, ma già dalla tarda mattinata di ieri la zona golenale era pressoché deserta. «Ce ne andiamo come ci è stato detto di fare – ci racconta Oscar Cobianchi, la cui casa affaccia sull’argine – ma rimaniamo nei paraggi. Dormiamo in macchina, anche perché è bene non lasciare incustodite le case qui».

La paura è quella che, complice l’abbandono imposto, i ladri possano entrare in azione. E’ già successo, si lavora perché non ricapiti. Così, si caricano le auto degli oggetti personali più importanti. Alcuni compiono un autentico trasloco dalle cantine, poste al piano terra, agli appartamenti, rialzati rispetto al livello della strada. Si mette in salvo tutto, perché di piene del Po se ne sono viste anche di peggiori, ma non si sa mai. «Ricordo che nel 2000 fu tutto più complicato – incalza ancora Cobianchi –: ora il livello dell’acqua non desta la stessa preoccupazione».

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Insomma: chi è nato accanto al Po non ha paura. Chi vive a ridosso degli argini non teme nulla. O meglio, è convinto di poter monitorare da solo l’andamento della piena. Però, come detto, l’ordinanza esiste e va rispettata. Così, prima delle 15, tutte le case ieri pomeriggio erano già vuote, mentre i loro inquilini erano in giro, sempre nei pressi o da qualche familiare. Eppure l’alternativa è stata data: il centro sociale ‘Il Quadrifoglio’, infatti, ha allestito due stanze per l’accoglienza di queste persone. «La Protezione civile – specifica Loreta Trampolini, presidente della struttura – ha portato qui quindici brandine, con le rispettive coperte. Ma la gente non vuole fermarsi a dormire».

Due i motivi, in parte già scritti. Da un lato c’è il timore che allontanarsi dalle proprie abitazioni significhi dare via libera agli sciacalli. E allora si preferisce dormire in macchina, tanto in fin dei conti la notte in questo periodo non è così fredda. Dall’altro, c’è una questione di comodità, che prevede come soluzione quella di essere ospitati da qualche parente. «Anni fa – prosegue Trampolini –, in occasione di un’altra piena, ci organizzammo allo stesso modo. Ma nessuno si fermò a riposare. Vennero un paio di persone, di giorno, per qualche ora, ma non si trattennero la notte».

Pontelagoscuro, insomma, conosce bene il ‘suo’ Grande Fiume. Non è un paese incosciente, ma nemmeno soggetto a facili allarmismi. L’esodo c’è stato, ma senza isterismi. Gli abitanti delle golene, ordinati, hanno temporaneamente lasciato le proprie case, con la convinzione che si trattasse di una giusta prevenzione, ma nulla più. Il tutto mentre il Po continuava, imperterrito, a ingrossarsi, senza però fortunatamente creare alcun danno. Ma questo, i residenti, già lo sapevano.