
I carabinieri durante il sopralluogo dopo la rapina alla Banca Centro Emilia
Una stangata. Il processo in rito abbreviato per la banda che nel settembre 2022 ha messo a segno una rapina da film alla Banca Centro Emilia in zona San Giorgio si è concluso con pene severe. Da un minimo di quattro anni e otto mesi a un massimo sette anni e quattro mesi di reclusione, più la parte pecuniaria. La sentenza per i quattro imputati – tutti siciliani in trasferta accusati di aver fatto irruzione alla filiale di Porta Romana per poi fuggire con trecentomila euro dopo aver preso in ostaggio personale dell’istituto di credito e clienti – è stata letta all’ora di pranzo di ieri.
Le indagini dei carabinieri permisero di risalire abbastanza rapidamente a tre membri del commando, mentre il quarto fu ‘beccato’ soltanto l’anno scorso. Ieri mattina, davanti al gup Danilo Russo, le parti hanno discusso. Alla fine, il giudice ha condannato Marcello Patricola a quattro anni e otto mesi di reclusione, Pietro Gandolfo a sei anni, Benito Lo Re a sei anni e otto mesi e Salvatore Battaglia a sette anni e quattro mesi.
Il colpo, come anticipato, fu messo a segno il 12 settembre del 2022. Quella mattina, un commando di quattro persone, tutti rapinatori in trasferta provenienti da Palermo, fece irruzione nella filiale di via Porta Romana dopo aver abbattuto le inferriate della finestra del bagno, appositamente tagliate la notte precedente. In un lampo, tre uomini armati e col volto travisato piombarono dentro e aggredirono la direttrice, immobilizzandola. La stessa sorte toccò, poco dopo, a due impiegati e tre clienti (tra cui una donna incinta), tutti legati mani e piedi con fascette da elettricista e chiusi in uno stanzino per tutta la durata della rapina. Agguantato il bottino – oltre trecentomila euro tra denaro e gioielli – i banditi fuggirono. A scoprire l’accaduto fu un cliente che, intorno alle 10, entrò in banca trovandola stranamente aperta e vuota. Le indagini dei carabinieri arrivarono a una svolta nell’ottobre del 2023. A tradire i malviventi fu, anche quella volta, un dettaglio banale. Un telefonino. Un semplice smartphone, inquadrato dalle telecamere di sorveglianza mentre era in mano a quello che all’apparenza era un normale cliente. Peccato che l’uomo tenesse il cellulare in maniera insolita, quasi innaturale. O meglio, come se stesse facendo un video, premurandosi di non essere notato. Quello è stato l’elemento che ha messo i militari sulla giusta via, portandoli, dopo lunghe e certosine indagini, a chiudere il cerchio intorno alla banda di rapinatori.
Il primo coronamento dell’attività investigativa è arrivato quando tre uomini (tutti siciliani di 50, 52 e 55 anni, già in cella a Bologna, Palermo e Trapani per altre vicende) furono raggiunti da altrettanti ordini di custodia cautelare. Il caso è stato infine chiuso nell’aprile scorso con la cattura del quarto uomo durante un tentativo di rapina a Melzo, in provincia di Milano.