Omicidio via Ortigara, il funerale: l'ultimo addio a Sonia Diolaiti

Il silenzio di Michele e Armando al funerale della 61enne avvelenata. Pochissime le persone presenti

I funerali di Sonia Diolaiti

I funerali di Sonia Diolaiti

Ferrara, 17 agosto 2022 - Sedici giorni dopo la scoperta del corpo senza vita di Sonia Diolaiti, nel corridoio del suo appartamento in via Ortigara, ieri in una chiesa praticamente deserta, si è celebrato il suo funerale. Alla sessantunenne, avvelenata dalla figlia Sara Corcione con il nitrato di sodio, è stato dato l’ultimo saluto da uno sparuto gruppo di parenti e conoscenti. Quasi in solitudine. Come in solitudine, tra atroci sofferenze probabilmente, se n’era andata. I suoi due fratelli Armando e Michele Diolaiti erano presenti insieme a una manciata di altre persone, ma non hanno voluto rilasciare alcuna dichiarazione sulla tragedia che si è consumata tra madre e figlia. "Non abbiamo nulla da dire", si sono limitati, con garbo, a replicare al termine del funerale che è stato celebrato ieri mattina nella chiesa ‘San Cristoforo’ alla Certosa di Ferrara.

Una funzione religiosa che si è tenuta in forma molto ristretta, appunto, con Michele e Armando Diolaiti (uno residente in città e l’altro a Padova) in un composto dolore seduti nella prima fila. Insieme a loro i nipoti, qualche altro parente e pochi conoscenti della vittima. Il rito è stato celebrato da don Mario Bertieri e don Carlo, quest’ultimo scelto dalla famiglia Diolaiti. Al termine nessuna voglia di parlare da parte dei fratelli. Quanto accaduto tra le quattro mure dell’abitazione al primo piano del condominio di via Ortigara ha lasciato attonita tutta Ferrara. La scoperta del cadavere risale alla notte tra venerdì 29 e sabato 30 luglio scorsi, quando nell’appartamento della vittima, proprio di fronte allo stadio ‘Paolo Mazza’, viene rinvenuta senza vita Sonia Diolaiti. A trovarla i vigili del fuoco di Ferrara e i carabinieri, intervenuti su segnalazione di alcuni amici della donna, i quali non riuscivano a mettersi in contatto con lei da almeno due giorni. Dopo i primissimi accertamenti è stata arrestata e accusata per aver avvelenato la madre, la figlia Sara Corcione, 38 anni che abitava nello stesso condominio al quarto piano però.

La trentottenne , secondo quanto da lei stessa dichiarato, si sarebbe procurata su internet una sostanza nociva (nitrato o nitrito di sodio) inserendola in una bottiglietta di tè che la madre era solita bere. Una volta compiuto tutto questo si è completamente disinteressata della sorte della madre. Secondo i racconti di alcune testimonianze e della stessa Corcione, ciò che l’ha spinta a uccidere sarebbero stati i continui dissidi con la madre, tanto da ritenersi ‘perseguita’ e addirittura desiderare ‘di volere un’altra mamma’.

La tensione verso la madre e il suo stato di solitudine si sarebbe aggravata dopo la morte nel febbraio 2018 dell’amato padre, Stefano Corcione, stimato medico per più di trent’anni all’ospedale Sant’Anna di Cona. Corcione e la moglie Sonia Diolaiti hanno sempre vissuto nell’appartamento al primo piano del condominio di via Ortigara 28, in cui possedevano anche altri tre immobili in uno di questi abitava la figlia. Sara Corcione al momento si trova nel carcere di Bologna, accusata di omicidio premeditato. Le indagini per chiudere il cerchio e trovare riscontri alla confessione della figli sono in corso: cinque le perizie disposte dalla pm Lisa Busato: psichiatrica, medico legale, e tre per accertamenti su quanto sequestrato nei due appartamenti. La figlia, nell’ultimo colloquio con il suo legale, ha chiesto quando potrà lasciare il carcere, ma per questo, per poterla sistemare in una struttura specifica, deve essere depositato un primo riscontro sulla perizia psichiatrica.