
di Federico di Bisceglie
FERRARA
Trenta. Fossero i giorni a novembre (come recita il celebre ritornello), non ci sarebbe problema. Ma non è così. Si tratta invece del numero massimo di persone ammesse ai ricevimenti a seguito delle nozze. Le imprese del wedding sono allo stremo. Dai fioristi ai fotografi, passando per i titolari delle location deputate a ospitare rinfreschi. Se ad essere da impedimento a Renzo Tramaglino e Lucia Mondella di manzoniano conio fu la pestilenza, oggi a bloccare (o quantomeno a far slittare) i promessi sposi, è il Covid. Oltre che il nuovo dpcm che di fatto introduce un ulteriore giro di vite per un settore che già nei mesi di lockdown ha subito una flessione piuttosto considerevole. Stefano Travasoni e Francesca Lucchesi sono i titolari de ‘I tre tesori’, una delle location più esclusive per organizzare rinfreschi post cerimonie. "Da subito – raccontano - abbiamo ricevuto disdette per i rinfreschi dei matrimoni. Ieri, ad esempio, avevamo un appuntamento con una nuova coppia che però ha deciso di rimandare l’appuntamento. Addirittura un’altra coppia che aveva programmato di sposarsi nel 2021, ha deciso di non pianificare la cerimonia per il momento". Insomma, la situazione è grave. "Queste ulteriori restrizioni – riprendono Lucchesi e Travasoni – rappresentano una grossa perdita per il fatturato. Devo dire che nei mesi scorsi, per noi di alta stagione (da maggio ad agosto), siamo riusciti a lavorare in maniera abbastanza agevole fatti salvi i protocolli. In questo modo non riusciamo a fare nulla: fino al 2022 la situazione sarà alquanto critica. Peraltro – continuano – il nostro è un settore che è legato allo stato d’animo di serenità e all’aggregazione: così stiamo veramente pensando a come reinventarci".
Il limite per ‘starci dentro’, secondo i due titolari è che "almeno si fissasse un tetto che sia compreso tra le cento e le centocinquanta persone. Come peraltro siamo riusciti a fare durante i mesi post lockdown. Sennò in questo modo , non riusciamo ad andare avanti". L’ultimo esempio che i titolari de ‘I tre tesori’ citano è quello di un battesimo previsto per fine mese. "Ci avevano chiesto di organizzare il servizio per l’evento al quale erano previste settanta persone. In queste ore, ovviamente, è arrivata la disdetta".
Il settore delle cerimonie, porta con sé una serie di altre attività collaterali che, chiaramente, a cascata stanno risentendo pesantemente di queste ulteriori restrizioni governative. Una fra queste è sicuramente quella dei fioristi. "Per noi l’allestimento di matrimoni e cerimonie (comunioni, battesimi e cresime) – spiega Roberta Bombonati, titolare della fioreria ‘La Margherita’ – rappresenta circa il 30% del fatturato. Quindi il decremento delle attività di questo tipo, unitamente agli eventi, pesano fortemente sulla contrazione degli incassi". Bombonati però ammette che "ad oggi le disdette non sono tante, al di là dei clienti esteri. Quello che accade invece è la richiesta di slittare gli allestimenti". Quindi comunque, gli incassi sono solo in predicato di arrivare, ma non ci sono. "Fino ad ora ho avuto quattro disdette nel giro di pochi giorni – rincara Vanda Vigorita, titolare della fioreria di via Palestro – e sicuramente ne arriveranno altre. Ho due matrimoni ancora in ballo ma non so se arriveranno a buon fine".
Incertezza e precarietà, benché dalla Curia arrivino rassicurazioni che ad oggi non sono ancora arrivate disdette per le celebrazioni dei matrimoni. D’altro canto dal punto di vista liturgico non è cambiato nulla. Chi invece lamenta un crollo di incassi di circa il 90%, è il settore dei fotografi. Giacomo Brini, da anni attivo nel comparto spiega che, al netto del nuovo dpcm, "il lavoro è iniziato a calare in maniera considerevole, a partire dall’inizio della pandemia e la luce in fondo al tunnel è ancora piuttosto lontana". La stima numerica in termini assoluti delle contrazioni di introiti si aggira su percentuali che vanno dal 60% in meno "per i servizi legati al mondo produttivo", all’80% di decremento "per matrimoni e cerimonie", fino al 90% in meno per quello che riguarda "gli eventi". Trend confermato anche dalla collega Francesca Veronesi che confessa di aver fatto "nel corso dell’anno un servizio solo per quello che riguarda il matrimonio. Generalmente invece, le cerimonie matrimoniali, in tempi normali, erano circa 20".