
Sono state conferite ieri in sala Estense, ’sospesa’ quella al carabiniere. Gli attori interpretato la ’Favola di Natale’ che Guareschi lesse nella baracca.
Vigilia di Natale del 1944, nel silenzio della baracca del campo di prigionia, Giovannino Guareschi legge la sua ’Favola di Natale’. La ispirano freddo, fame e nostalgia. Sala Estense 27 gennaio 2025, sono le 10,30, Giorno della Memoria. Gli attori del Teatro Off, nel cono d’ombra del palco, leggono quelle stesse parole. Attorno, lo stesso silenzio, degli studenti, dei parenti dei deportati. Poi ancora, nella commozione, quell’elenco di nomi e di paesi. Virginio Baldrati, Argenta; Giuliano Bianconi, Argenta; Marino Maestri, ancora Argenta. Quirino Lodi, Bondeno; Gentile Manzali, Bondeno; Nando Balboni, Cento; Vito Rizzo, Cento; Nestore Ardondi, Ferrara; Nemesio Bertogli, Ferrara; Bruno Paolati, Ferrara; Ferdinando Romagnoli, Ferrara; Armando Superbi, Ferrara; Volturno Cirelli, Portomaggiore; Francesco Piovaccari, Portomaggiore; Carlo Forlani, Vigarano Mainarda. Sono, erano, militari italiani finiti nei campi di concentramento (Imi), civili deportati oltre i recinti dell’orrore. Erano, perché sono tutti morti e a ritirare la medaglia d’onore conferita dal presidente della Repubblica alla memoria c’erano i nipoti, qualche figlio. "E’ importante non perdere il ricordo, non perdere questo patrimonio di valori. E’ proprio per questo è fondamentale la partecipazione degli studenti. Sono loro i testimoni, saranno loro a tramandare i nomi, le storie, il sacrificio di questi italiani", sono le parole del prefetto Massimo Marchesiello. I nomi vengono ancora scanditi dagli allievi del laboratorio teatrale del Teatro Ferrara Off, condotti da Chiara Tessiore. Sul palco con i parenti, alcuni molto commossi, anche i sindaci, la fascia tricolore. In sala il presidente della Consulta provinciale degli studenti Martino Ravasio, Anna Quarzi direttore dell’Istituto di Storia Contemporanea, l’assessore alla cultura del Comune Marco Gulinelli. E’ intervenuto il prof Baravelli (Unife). E’ il sindaco Alan Fabbri con un messaggio a sottolineare il significato di questa cerimonia, quello che è successo. "Oggi – le parole del primo cittadino – ricorrono 80 anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz, simbolo universale della tragedia dell’Olocausto e del male assoluto che l’umanità ha saputo infliggere al suo prossimo e a se stessa. Purtroppo, proprio in questi giorni, Liliana Segre, testimone preziosa degli orrori della Shoah, è stata nuovamente vittima di vergognosi insulti via social". "Un momento di riflessione collettiva che ci invita a ricordare la tragedia della Shoah e gli orrori perpetrati durante il secondo conflitto mondiale", le parole di Marco Gulinelli. Sul palco i figli hanno raccontato i loro ricordi, qualcuno non è riuscito a parlare. Attorno un silenzio assordante. Quindici medaglie, ne mancava una. Quella a Giuseppe Vassallo, carabiniere, ucciso nelle campagne di Filo. Una medaglia sospesa.