
Comacchio, Legambiente ed Energia per l’Italia bocciano il progetto di realizzare un metanodotto in un territorio estremamente fragile
"Siamo contrari all’estrazione di gas metano e alla relativa costruzione di un metanodotto nella Valle del Mezzano. Parliamo di terreni vicino a siti archeologici e ad aree Sic (siti di importanza comunitaria) e Zps (zona di protezione speciale). Per questo abbiamo presentato le nostre osservazioni contro il progetto". Così Marino Rizzati, presidente del circolo Legambiente “Delta del Po”, boccia l’estrazione di gas e l’ipotesi di un metanodotto nella Valle del Mezzano. E non a caso lo fa alcuni giorni dopo il termine del 12 gennaio scorso per presentare le osservazioni al progetto.
Rizzati spiega le sue ragioni: "C’è anche un problema di subsidenza che va considerato – continua –. Una volta quei terreni erano allagati poi dopo la bonifica sono stati coltivati diventando secchi. Bisogna, quindi, pensare a quella zona come una spugna che seccandosi si ristringe. In questo modo si abbassa il terreno, un fenomeno che per l’appunto viene chiamato subsidenza, ossia un lento e progressivo sprofondamento del terreno. Con l’estrazione di gas si andrebbe a peggiorare la situazione. Perché risucchiando quello che c’è nella spugna si andrebbe ad aumentare il restringimento, abbassando ancora di più il terreno. Il che causerebbe, ad esempio, allagamenti e disagi per gli agricoltori, oltre agli effetti nefasti sull’ambiente".
Gli fa eco l’associazione scientifico culturale Energia per l’Italia: "Sarebbe stato sufficiente che la Regione avesse inviato un paio di tecnici in sito per scoprire che le attività proposte da Aleanna (che vuole estrarre il gas e realizzare il metanodotto) rappresentano un pericolo mortale per un territorio estremamente fragile come quello della Valle del Mezzano, vasta area agricola ricavata nel dopoguerra dal prosciugamento di una parte consistente delle Valli di Comacchio. Quale ruolo di vigilanza e tutela dei cittadini ha svolto in questa vicenda Arpae? E come mai su tutto questo tace Michele De Pascale, neo presidente della Regione? Qualora l’esito della Via, valutazione impatto ambientale, dovesse concludersi con un parere positivo, anche a causa dell’immobilismo della Regione, l’iter per il rilascio della concessione potrebbe concludersi nei primi mesi del 2025 e produrre un effetto domino su tutti i progetti di ricerca e di estrazione di gas della Regione".