"Dal Perù a Bertinoro, il Sangiovese nel sangue"

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Dei quattro viaggi in Italia da bambino, per far visita alla nonna paterna, ricorda le pigre serate estive passate a giocare a carte con le amiche della nonna, il rito del caffè al bar e, soprattutto, il Sangiovese, che lo zio gli faceva bere di nascosto, allungandolo con un po’ d’acqua. È una Romagna tenera e gaudente, quella che emerge dai racconti di Mario Zanatta Salvador, coloriti qua e là da qualche reminiscenza di dialetto romagnolo: come si evince dal doppio cognome, infatti, Mario è nato a Lima, capitale del Perù, da padre forlivese e madre peruviana.

Zanatta, suo padre William è approdato in Perù una trentina d’anni fa.

"E’ nato a Forlì ed è vissuto tra la sua città e Bologna fino a 35 anni. Lavorava alle Poste. Fin da giovane, però, ha sempre girato in lungo e in largo l’America Latina, innamorandosi del Perù e di mia madre, Dora Salvador, conosciuta durante uno dei suoi viaggi. Sebbene fosse molto legato alla sua terra, alla cucina romagnola e alla madre Gabriella, 26 anni fa ha deciso di cominciare qui una nuova vita".

Cos’è successo poi?

"Si sono sposati e hanno avuto due ‘burdel’: mio fratello Alex e io".

Quale fra i suoi viaggi alla riscoperta delle origini, ricorda con più affetto?

"Quello del 2019 su invito della Consulta per gli emiliano-romagnoli nel mondo. Essendo più maturo, ho potuto ripercorrere con occhi diversi le strade che hanno fatto parte della mia infanzia. E ho potuto riconoscere il mio essere emiliano-romagnolo e comprendere l’importanza di appartenere a due Paesi belli e così diversi fra loro. Credo che qualunque idea, capace di convincere persone come me - nate e cresciute in altri Paesi, ma con sangue italiano nelle vene - a mettersi in viaggio per rintracciare le proprie origini, meriti di essere promossa e incentivata".