Forlì, una pagnotta di 2mila anni fa ai raggi X in ospedale

La forma di pane rinvenuta nel 2017 all'interno di una delle sepolture scoperte in Piazzale della Vittoria è stata analizzata all'Ospedale Morgagni-Pierantoni

L'immagina radiografica della pagnotta

L'immagina radiografica della pagnotta

Forlì 19 febbraio 2019 - E’ una paziente molto speciale quella che è stata portata all’ospedale Morgagni – Pierantoni per essere sottoposta ai raggi X. Si tratta di una pagnotta di circa duemila anni, ritrovata durante lo scavo di Hera per il teleriscaldamento in piazzale della Vittoria.

L’esperienza consolidata in campo paleo-radiologico, maturata in seno alla collaborazione tra l’UO di Radiologia dell’ospedale diretta da Mauro Bertocco e l’antropologo fisico, Mirko Traversari che tra l’altro vanta l'analisi sui resti del protovescovo San Mercuriale, è stata impiegata su un quesito sollevato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.

L’indagine, inserita tra le attività coordinate dall’antropologo e il Gruppo Ausl Romagna Cultura per lo studio e la valorizzazione del territorio, si è concentrata su una pagnotta trovata nel 2017, all’interno di una delle sepolture rinvenute appunto in piazzale della Vittoria. Gli scavi di Hera, hanno permesso di recuperare reperti archeologici di grande interesse: l’antica via Emilia e una necropoli romana che ha restituito 23 sepolture e arredi funebri. In particolare si tratta di 21 cremazioni (14 dirette e 7 indirette) caratterizzate da varie tipologie tombali (fossa semplice, a pozzetto, in cassetta laterizia o copertura alla “cappuccina”) e due inumazioni (una in fossa semplice e una a “cappuccina”). Una prima analisi del materiale di corredo delle sepolture scavate, ha permesso di collocare la frequentazione dell’area funeraria fra il I sec. a.C. e l’inizio del II sec. d.C.

“Si tratta di una tipologia di rinvenimento molto raro – spiega, riferendosi alla pagnotta, Romina Pirraglia, funzionario archeologo della soprintendenza che ha supervisionato le operazioni -. Per questo è stato necessario acquisire più informazioni possibili, anche sulla struttura interna della forma di pane, per meglio orientare le future operazioni di restauro e consolidamento. Le immagini digitali potranno inoltre servire per produrre modelli tridimensionali del prezioso ritrovamento”. Dal canto suo Traversari, ricorda come “in accordo con la Soprintendenza, abbiamo effettuati alcuni microprelievi che saranno destinati a future indagini chimico fisiche per meglio comprendere la composizione interna della pagnotta”.