Ballottaggio Forlì 2019, intervista al sondaggista che aveva previsto un pareggio

"Il sorpasso di Zattini è maturato negli ultimi venti giorni"

Un momento dello spoglio di domenica scorsa (Frasca)

Un momento dello spoglio di domenica scorsa (Frasca)

Forlì, 12 giugno 2019 - «La campagna elettorale è determinante, soprattutto se le elezioni amministrative sono in concomitanza con le politiche o le europee. Credo che questo abbia indirizzato anche il risultato di Forlì». Livio Gigliuto è il vicepresidente dell’Istituto Piepoli, al quale la lista civica di Giorgio Calderoni aveva commissionato un sondaggio alla vigilia del primo turno: il candidato del centrosinistra e Gian Luca Zattini erano dati entrambi al 33%, con Daniele Vergini (Movimento 5 Stelle) al 18%, Marco Ravaioli (Forlì SiCura) e Veronica San Vicente all’8%. Numeri molto favorevoli a Calderoni in un’ottica di ballottaggio, ma è andata diversamente fin dal primo turno, con Zattini in vantaggio.

Avete intervistato 700 persone, poco più dell’1% dei votanti al primo turno: questo spiega il risultato differente?

«I sondaggi vengono effettuati su un campione rappresentativo della popolazione sulla base di alcuni criteri socio-demografici, a partire da età e genere. Non è importante questa percentuale, che tra l’altro è in linea con quella di altre indagini preelettorali».

La motivazione è soprattutto politica?

«Il sondaggio è stato svolto tra il 29 aprile e il 4 maggio, a oltre venti giorni di distanza dal voto. È il periodo in cui la campagna elettorale entra nel vivo, una buona percentuale di elettori determina la propria preferenza proprio in quei momenti. Noi avevamo fornito un dato di partenza, poi sono cresciuti i candidati collegati a forze politiche più grandi a scapito degli altri, come accade spesso. E non è da trascurare la contestualità con le europee, che possono dare benzina alla corsa di un candidato e rallentare quella di un altro».

È possibile che qualcuno abbia dichiarato una preferenza per poi votare in modo diverso?

«Una quota di elettori che cambia idea c’è sempre in un’indagine, ma è spalmata tra i candidati. C’è anche chi entra nell’urna con un candidato in mente e poi ne vota un altro, oppure chi decide solo quando ha davanti la scheda elettorale».

Quale metodo avete utilizzato per la vostra ricerca?

«Interviste telefoniche attraverso numeri fissi e numeri cellulari, per intercettare elettori diversi. In varie zone della città».

Il ballottaggio ha portato Zattini e il centrodestra alla vittoria: è sorpreso dal risultato elettorale di Forlì?

«Il mondo delle ricerche è probabilistico, non vive di certezze. Si misurano le probabilità di un certo fenomeno in un determinato momento e c’era una campagna elettorale che stava entrando nel vivo. No, non sono sorpreso».