Pd, Rinaldini candidato sindaco in pectore a Forlì: ora il rebus alleati

I dem hanno scelto all’unanimità l’ex presidente di Formula Servizi. Ora viene proposto ai partiti della possibile coalizione: lunga corte ai renziani, mistero 5 Stelle. È il primo summit in vista del voto: "Non correremo in solitaria"

Rinaldini con uno dei camion di aiuti della Protezione civile inviati in Ucraina

Rinaldini con uno dei camion di aiuti della Protezione civile inviati in Ucraina

Forlì, 11 gennaio 2024 – Non è ancora ufficialmente il candidato sindaco, Graziano Rinaldini. Ieri, per questo motivo, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Stasera, però, lo attende la prima prova importante del suo percorso politico: un incontro del Pd con i potenziali alleati. Al quale lui non sarà presente. A illustrare la proposta dei dem saranno i due segretari, entrambi in carica da pochi mesi: Gessica Allegni per il Pd territoriale del Forlivese e Michele Valli per la città di Forlì.

Ieri il partito ha spiegato, con una nota, che "nessun candidato sindaco della coalizione è stato deciso", è "esclusa la volontà di una corsa solitaria", il percorso "non è ancora concluso": si trattava di "un passaggio interno" in vista di una "piattaforma programmatica condivisa".

Benché non formalizzata, la candidatura di Rinaldini è ‘in pectore’. Ed è comunque solida: tutti i membri delle assemblee lo hanno votato, nessun contrario (un solo astenuto: lui stesso).

Il Pd parla di "alternativa forte e credibile all’attuale governo della città". Ma il punto, già all’indomani del plebiscito in casa dem, è un altro: quanto sarà ampia la coalizione che lo sosterrà nella sfida al sindaco Gian Luca Zattini?

In consiglio comunale l’intesa fra Pd e la lista civica Forlì e Co. è rodata: non sembra in discussione il sostegno della squadra che fu del candidato sindaco del 2019, Giorgio Calderoni, e che assomma sui banchi del Comune Federico Morgagni.

Ma, a proposito di civici, c’è nel Pd chi ricorda che andrà creata una lista vera fuori dai partiti. Del resto Zattini punta, per il bis, proprio su una riedizione – riveduta e corretta, probabilmente ampliata – di quella che si è chiamata fin qui ‘Forlì Cambia’ e che esprime in giunta l’assessore Paola Casara.

È plausibile che l’ex presidente di Formula Servizi incassi il sostegno dei Verdi (fuori dal consiglio ma decisi oppositori di Zattini) e dei Socialisti: partiti che nel 2014, per esempio, corsero insieme con un’unica lista. Altre sigle a sinistra dei dem potrebbero fare scelte diverse (nel 2019 erano racchiusi sotto il nome ‘L’Alternativa per Forlì’ e candidavano Veronica Sanvicente).

Ma il vero rebus sono altri partiti che dovrebbero avere ben altro peso: Movimento 5 Stelle, Italia Viva e Azione. Da notare, tra l’altro, che si voterà in concomitanza con le elezioni europee, appuntamento che prevede il coinvolgimento di tutti i grandi leader nazionali, il che potrebbe rinforzare queste realtà che altrimenti non hanno grande tradizione nel voto amministrativo.

Attenzione però al loro peso. Dati di settembre 2022 alla mano (erano le elezioni politiche): il M5S in città ottenne il 9%, Matteo Renzi e Carlo Calenda insieme erano al 9,75%, dato particolarmente lusinghiero, al quale aggiungere eventualmente il 3,45% di +Europa, il partito di Emma Bonino (tradizionalmente più orientato a sinistra). La somma algebrica supera il 20%, un quinto dell’elettorato.

"Cosa farà il Movimento 5 Stelle, al momento, è un mistero", dice un importante esponente del Pd dietro la richiesta di anonimato. Sia nel 2014 che nel 2019 la loro corsa è stata solitaria. Il mutato quadro nazionale potrebbe portare i ‘grillini’ a un’intesa col centrosinistra, già sperimentata a livello locale anche in altre città, anche se molto dipenderà dal rapporto fra i leader Giuseppe Conte ed Elly Schlein. La legge elettorale per le europee, per esempio, spinge a correre separatamente. In consiglio comunale, talvolta i pentastellati si sono uniti alla sinistra, per esempio nella mozione anti-luminarie.

Per quanto riguarda Italia Viva, nel Pd notano che i renziani "sostengono già i nostri sindaci di Cesena e Ravenna". Ma a Bertinoro, il paese amministrato proprio da Gessica Allegni, stanno all’opposizione. E anche a Forlì pare un’intesa più complessa che altrove. Anche per questo la segretaria, come ha raccontato lei stessa nell’assemblea di martedì, aveva ipotizzato addirittura la candidatura a sindaco di Claudio Vicini (vicino ai renziani alle regionali 2020): si vocifera di un corteggiamento durato più o meno tutte le vacanze di Natale. Ci sarà ugualmente un’alleanza? Italia Viva ha preso tempo, l’ipotesi sarebbe gradita al partito a livello regionale (visto che sostiene Stefano Bonaccini) ma è noto che si sta dialogando con Zattini. A dicembre, il consigliere comunale Massimo Marchi è uscito dall’aula al momento del voto sul bilancio, criticando la giunta ("fa propaganda") ma anche l’opposizione (definita "fragile e ideologica", nella quale "non ci riconosciamo").

Il ragionamento è probabilmente simile per Azione. Ma anche questa alleanza è tutta da valutare.

"Rispetto a una figura più marcatamente di sinistra come Maria Giorgini della Cgil, Rinaldini sa dialogare anche col centro – dicono in casa Pd –: lo dimostrano le sue esperienze nel mondo cattolico e del volontariato". Sarà subito un importante test per la calda primavera in arrivo.