OSCAR BANDINI
Cronaca

Aperto il primo Cau forlivese. S. Sofia parte con orario limitato

Il servizio adesso dalle 9 alle 16, ma diventerà di 14 ore. In futuro altri due centri: in città e a Castrocaro

Aperto il primo Cau forlivese. S. Sofia parte con orario limitato

Aperto il primo Cau forlivese. S. Sofia parte con orario limitato

E’ entrato in funzione all’ospedale Nefetti di Santa Sofia il primo Centro di assistenza urgenza (Cau) del Forlivese. Un’apertura ieri in contemporanea con quelle dei Cau di Ravenna e di San Piero in Bagno. In programmazione sempre per il distretto territoriale dell’Ausl di Forlì ci sono poi i Cau a Forlì in zona Portici e a Castrocaro Terme.

Salgono così a 8, intanto, i nuovi Centri di assistenza e urgenza a oggi attivi sul territorio romagnolo. I Cau fanno capo alle Cure Primarie, con medici di assistenza primaria e infermieri pronti ad accogliere e assistere 7 giorni su 7, in accesso diretto, pazienti con problemi di salute urgenti, episodici a bassa complessità. In adiacenza al Punto di primo Intervento di Santa Sofia (in via Renato Valbonesi 1), il Cau, come precisa la nota dell’Ausl Romagna è attivo ogni giorno in via temporanea dalle ore 9 alle 16. Vi opera un medico di assistenza primaria qualificato in collaborazione con l’infermiere esperto.

Presenti ieri fin dal primo mattino il sindaco Daniele Valbonesi e l’assessora al welfare Ilaria Marianini, che hanno voluto incontrare il personale a partire dal responsabile del presidio ospedaliero, il dottor Franco Ruggiero, il dottor Giuseppe Benati direttore di Cure primarie e di medicina di comunità di Forlì-Cesena, la coordinatrice del servizio infermieristico Ilaria Ragazzini e il personale infermieristico e amministrativo del Cau.

"Per noi – commentano Valbonesi e Marianini – è un giorno importante perché prosegue la riforma dell’Emergenza urgenza e il potenziamento dell’assistenza territoriale, il cui obiettivo strategico è il rafforzamento del sistema delle cure primarie per garantire servizi di prossimità, arricchire le risposte a livello territoriale, trattare in modo più adeguato i bisogni di salute che determinano i così detti ‘accessi impropri ai servizi di emergenza’, rendendo più appropriato il ricorso ai Pronto Soccorso. Siamo consapevoli che si tratta di un inizio con tutte le difficoltà del caso e con un orario giornaliero limitato, ma appena si troverà il personale necessario sarà allargato a 14 ore. Ribadiamo – concludono – che a differenza di altre situazioni il Cau si affiancherà al punto di primo intervento e non lo sostituirà. Un impegno che l’Ausl ha preso".

Attualmente i codici bianchi e verdi che accedono ai Pronto Soccorso sono circa il 60% dei casi totali. I Cau dovranno limitarli garantendo risposte ai bisogni urgenti episodici.