
L’Hotel Lory sorge in pieno centro, in via Giovita Lazzarini: nella foto la facciata
Forlì, 10 marzo 2023 – Il corpo è illuminato dai bagliori solari sghembi che ruotano sul cortilizio adibito a parcheggio dell’albergo. Lo scopre un inserviente verso le otto di ieri mattina. Via Giovita Lazzarini in pochi minuti resta isolata dai rumori del mondo. Cinque auto dei carabinieri s’ammassano sullo stradello a senso unico che inforca corso Garibaldi davanti a piazza Melozzo degli Ambrogi e tramuta in via Battuti Verdi prima di sfociare in viale Salinatore. All’Hotel Lory, colmo di divise e detective, precipitano mattutine abbondanti ombre: chi è quel cadavere nel parcheggio interno dell’albergo del centro? Soprattutto: si tratta di suicidio o di omicidio?
Si chiamava Luca Siluri, 57 anni. Forlivese (sostengono i carabinieri), da circa sei mesi l’uomo abitava di fatto in quell’hotel. Era diventata la sua casa dopo la separazione dalla moglie; non lavorava, potendo – a quanto pare – contare su una sorta di pensione; così dicono fonti vicine agli inquirenti. Che poi sulla storia mettono la serratura a doppia mandata. Il capo della procura di Forlì, Maria Teresa Cameli, ordina a tutti di cucirsi la bocca. Prima però, la stessa procuratrice, aveva fatto lei stessa il sopralluogo, coordinando gli inquirenti sul luogo del fatto. O è meglio dire delitto?
La ricostruzione degli istanti è scritta al momento col labile inchiostro del mistero. Il medico legale, circondato dagli investigatori, dopo una prima, minuziosa ricognizione del cadavere, ammette che quel corpo può comunicare sia l’ipotesi suicidio sia quell’altra. L’omicidio.
Secondo lo stato della salma (con ferite da impatto violentissime ovunque, dal cranio fino agli arti inferiori), Luca non può essere caduto dalla finestra della sua stanza, che sta al primo piano; alta circa 3 metri dal selciato dell’area cortiliva. Quindi, per gli inquirenti, Siluri sarebbe salito fino al tetto dell’edificio. Non è così difficile arrivarci, hanno appurato i carabinieri, con l’ausilio della scientifica. La sommità del complesso strtturale è raggiungibile da una balconata a sua volta approdabile facendo un piccolo balzo oltre un muretto. Quindi, questo punto, deduttivamente, può essere chiaro.
Ok; ma è suicidio o omicidio? La zona posteriore del cranio, alterato dalla collisione, presenta una ferita che apparirebbe "non compatibile" col suicidio. Qualcuno ha colpito – con cosa? – Luca? Una percossa di per sé mortale? O è precipitato a causa di quel (presunto) trauma? Nella stanza del Lory non sarebbero emersi segni di collutazione; l’esistenza del 57enne – stando ai gestori – era monotona, scandita da orari precisi. Qualcuno lo andava a trovare? Non si sa. Fatto sta che la procura ha disposto l’autopsia. Perché in effetti, specifica il medico legale, la lacerazione cranica può anche essere l’effetto dello schianto al suolo. Per distillare il punto, l’esame autoptico è fondamentale. Per adesso l’inchiesta non cita reati; aperta a qualsiasi eventualità. Come ogni mistero.