PAOLA MAUTI
Cronaca

Il campetto da calcio nel carcere di Forlì: “Crea socialità e regole”

Realizzato grazie a una raccolta fondi di circa 10mila euro dell’impresa sociale ‘Altremani’. La direttrice della Casa circondariale: “I detenuti l’hanno chiesto appena mi sono insediata”. Nel 2025 previsti anche tornei

Immagine di gruppo di chi ha contribuito alla nascita di un campo da calcetto in erba sintetica nella Casa Circondariale (Salieri)

Immagine di gruppo di chi ha contribuito alla nascita di un campo da calcetto in erba sintetica nella Casa Circondariale (Salieri)

Forlì, 17 dicembre 2024 – Realizzato un campo di calcetto presso la Casa Circondariale di Forlì. È stato reso possibile grazie ad una raccolta fondi per circa 10mila euro, alla quale hanno risposto alcuni imprenditori dell’impresa sociale “Altremani”, oltre ad un paio di privati. Ma, soprattutto, grazie al lavoro portato a termine dagli stessi detenuti nello spazio destinato all’ora d’aria della sezione protetta.

Ricoperta con prato sintetico la pavimentazione, che originariamente era in cemento, tracciate le porte, il perimetro e le linee di metà campo, lo hanno messo in opera e reso operativo nell’arco di una settimana. E, da fine settembre, non c’è stato un solo giorno che non lo abbiano prenotato per poterci giocare.

“Si tratta di un nuovo spazio destinato alla socialità dentro il carcere – spiega la direttrice Carmela De Lorenzo – e rientra nelle numerose attività trattamentali rese possibili grazie alla collaborazione di tante associazioni, oltre che della polizia penitenziaria. Peraltro, si trattava di una richiesta che i detenuti avanzavano da quando ho assunto la direzione del carcere – continua la direttrice –, ma il pavimento dello spazio che avevano individuato era in cemento e non era sicuro: da allora, mi sono adoperata per fare loro questo regalo”.

Socializzazione, competizione nel rispetto delle regole, attività fisica: una partita a calcetto può contenere tutti gli elementi che fanno potenzialmente parte di un percorso di recupero alla socialità. “I detenuti sono stati messi alla prova – interviene Sandra Milani, comandante del reparto –. Li abbiamo sensibilizzati al fatto che il campetto sarebbe stato un bene comune, da trattare con rispetto. Ad esempio, abbiamo chiesto loro di non fumare quando vengono a giocare, sia per motivi salutistici, sia per evitare il rischio che siano lasciati mozziconi sul prato”.

E se finora i detenuti hanno giocato senza sfidarsi in vere partite, per il 2025 c’è il progetto di organizzare dei veri e propri tornei calcistici. E qualcuno lancia l’idea di aprire il campo alla città, con competizioni che prevedano la presenza e il contributo professionale dei circoli sportivi del territorio.