SOFIA NARDI
Cronaca

Concerto con Danilo Rossi:: "Ecco la mia scaletta ’spirituale’". Sul palco anche Recalcati

Danilo Rossi, cosa dobbiamo aspettarci dal concerto di apertura del festival? "La scaletta che abbiamo elaborato segue il tema...

Danilo Rossi, cosa dobbiamo aspettarci dal concerto di apertura del festival? "La scaletta che abbiamo elaborato segue il tema...

Danilo Rossi, cosa dobbiamo aspettarci dal concerto di apertura del festival? "La scaletta che abbiamo elaborato segue il tema...

Danilo Rossi, cosa dobbiamo aspettarci dal concerto di apertura del festival? "La scaletta che abbiamo elaborato segue il tema della sacralità, declinata secondo varie accezioni, per un concerto d’archi con viola solista".

Quale sarà la scaletta? "Partiamo con la sinfonia ‘Al Santo Sepolcro’ di Vivaldi. Poi proseguiamo con ‘Trauermusik’, di Paul Hindemith che la compose nell’arco di una sola notte. Passeremo, poi, all’Adagio per archi di Barber e concluderemo con ‘The great gig in the sky’ dei Pink Floyd".

Come avete scelto i pezzi? "La volontà era quella di dare spazio a un concetto di sacro a tutto tondo, non solo religioso: alcuni brani, come quello di Barber o il brano dei Pink Floyd, non sono pezzi da chiesa, ma sono comunque densi di sacralità".

Cosa significa per lei ‘sacro’? "Io sono ateo e in realtà preferisco parlare di spiritualità. Basti pensare che, nonostante io non abbia il dono della fede, ho sempre trovato molto spirituale Papa Francesco, le cui parole mi hanno sempre toccato; quando diceva che una persona che non vive la carità non può definirsi cristiana penso che abbia mandato un messaggio fondamentale".

Trova un senso di spiritualità nella musica? "Penso che della musica si debba parlare il meno possibile: le parole sono sempre troppe perché la verità che ognuno, ascoltando un brano, deve sentirlo come vuole. Quello che vogliamo fare con la nostra musica è anche stimolare riflessioni: se si riflettesse di più e si cominciasse a percepire la sacralità della vita, forse si farebbero anche meno guerre".

Il festival è dedicato alla figura di Caterina Sforza, figura forte e ribelle. Trova positivo che Forlì la stia riscoprendo? "Chiunque sia ribelle e fuori dagli schemi mi trova dalla sua parte. Penso che sì, le regole vadano rispettate, ma non si debba rinunciare mai al pensiero critico, un elemento che, purtroppo, oggi manca spesso. Quando parlo di pensiero critico parlo di coloro che hanno coraggio di guardare il mondo con consapevolezza e farsi un’idea libera, ad esempio quegli ebrei che stanno prendendo le distanze dai crimini di Netanyau. Solo che il pensiero critico non si inventa, ma si costruisce ogni giorno, anche con eventi come il Festival di Caterina. Noi, sul palco, cercheremo di portare qualcosa di bello e, come sempre, di fare del nostro meglio".

Sofia Nardi