Coronavirus lockdown Francia, infermiere a Parigi "Qui situazione grave"

Marco Peperoni, 31 anni di Santa Sofia: "Lockdown giusto, i francesi hanno capito che non c’era altra scelta. Bonus per noi in prima linea"

Marco Peperoni, 31 anni, sposato e padre di un bimbo di due anni e mezzo, risiede a Parigi

Marco Peperoni, 31 anni, sposato e padre di un bimbo di due anni e mezzo, risiede a Parigi

Forlì, 1 novembre 2020 - Il lockdown o ‘confinamento’ da Covid 19 come lo chiamano in Francia è appena partito dopo l’annuncio di Macron, poiché la Francia sta subendo un’ondata più letale della prima con il virus che circola a una velocità che neanche le previsioni più pessimistiche avevano previsto. Marco Peperoni, 31 anni, sposato, padre di un bimbo di due anni e mezzo, originario di Santa Sofia, risiede a Parigi dal 2012, dove lavora come infermiere di sala operatoria all’ospedale Pitié – Salpêtrière. Peperoni, come sta? "Bene, ma non nascondo che sono preoccupato, i numeri dei positivi sono alti". Macron ha imposto un nuovo ’confinement’. "Possono uscire di casa solo coloro che devono andare al lavoro, i sanitari e chi deve assistere una ‘persona vicina’ . Le scuole sono tutte aperte fino ai licei ad esclusione dell’Università. Sono stati rinforzato i protocolli, ma i servizi culturali, turistici, bar, café, pub, ristoranti e servizi commerciali non essenziali sono tutti chiusi e possono solo fornire i servizi a domicilio". I cittadini come hanno giudicato il provvedimento? "Nella stragrande maggioranza hanno capito che non c’era altra scelta se non si voleva un aumento vertiginoso dei morti. Ora il messaggio è chiaro: portare le mascherine nel modo giusto anche all’interno della propria abitazione se ci si trova in presenza di familiari, stare a casa e rispettare le regole. La riuscita delle misure dipende dal civismo di ognuno di noi. Sono d’accordo con Macron visto l’alto numero di asintomatici". Veniamo alla situazione sanitaria, visto che lei lavora nel grande e storico ospedale del 13° arrondissement. "E’ stato varato un piano dal direttore della sanità, il cosiddetto ‘Piano bianco’ per aumentare di 10 mila i posti letto di rianimazione in tutta la Francia, sia per i reparti Covid che per le altre patologie gravi. Ad ogni posto letto lavorano ben 3 infermieri". Immagino che l’impegno di tutto il personale sia aumentato fortemente. "Certamente. Ci sono i doppi turni perché il personale specializzato comincia a scarseggiare. Stress e rispetto minuzioso dei protocolli ci mettono a dura prova, ma almeno a noi infermieri è stato riconosciuto un aumento mensile di 180 euro, anche se la richiesta iniziale era di 300. Almeno un segnale è arrivato a differenza dei colleghi italiani prima definiti ‘angeli’ ed oggi dileggiati o non più considerati". Parliamo anche di cultura, visto che è un appassionato batterista fin dai tempi della scuola di musica e della Fattoria Roveroni di Santa Sofia. "Il primo lockdown e quello attuale lasciano poco spazio alla creatività, ma il mio gruppo indierock ‘Wonderflu’ non demorde. Non possiamo più fare le prove visto il coprifuoco, ma appena ce ne sarà la possibilità faremo uscire il nuovo disco".