Il crescente clima di violenza contro il personale sanitario è una questione che preoccupa non solo i vertici dell’Ausl, ma anche i sindacati, che da tempo denunciano i pericoli quotidiani a cui sono esposti i lavoratori. "Il personale – dichiarano Michele Bertaccini, responsabile di Uil Funzione Pubblica ed Enrico Imolesi, segretario generale – è sottoposto a un rischio che non vede solo chi non vuole guardare. Stupirsi di queste aggressioni senza, nei fatti, introdurre significative iniziative non è più accettabile. Servono: prevenzione, formazione e vigilanza con presidi fissi. Questa mattina faremo diversi volantinaggi per richiamare l’attenzione proprio su questo tema e pretendere le necessarie risposte da parte dell’azienda quanto dalle istituzioni locali".
Anche la Cisl Romagna ha chiesto interventi tempestivi per garantire maggiore sicurezza. "Esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà all’infermiera aggredita – dichiara, Mario Giovanni Cozza, segretario generale della Cisl Funzione Pubblica Romagna – e condanniamo con forza questo gravissimo atto di violenza. Non è accettabile che chi lavora per tutelare la salute debba temere per la propria incolumità. Chiediamo alla direzione dell’Ausl Romagna interventi concreti per prevenire ulteriori episodi simili e garantire la sicurezza di tutti gli operatori. È tempo di agire con decisione e responsabilità".
Infine, la Cgil provinciale ha unito la propria voce a quella delle altre sigle sindacali, sottolineando l’urgenza di affrontare questa criticità. "Dopo le nostre segnalazioni, la Direzione Infermieristica Tecnica di Forlì-Cesena è stata convocata in Prefettura per discutere la sicurezza sul lavoro – spiega Maria Giorgini, segretaria generale Cgil provinciale –. È un passo importante, ma servono soluzioni concrete ai rischi quotidiani del personale sanitario". Per denunciare i rischi affrontati da medici e infermieri, la Cgil ha organizzato un presidio venerdì 11 ottobre alle 10.30 in piazza Ordelaffi.
Nursind, sindacato degli infermieri, attraverso il segretario nazionale, Andrea Bottega, e il segretario forlivese, Massimo Perini, ha espresso profonda preoccupazione per l’aggressione avvenuta a Meldola. "Spiace dover dire di aver perso il conto delle aggressioni di cui, purtroppo, gli infermieri sono i principali bersagli. Si tratta di servizi dove i rischi che corre il personale sono massimi, viste le condizioni cliniche dei pazienti che accolgono. Ecco perché chiediamo un sistema di controllo, e di deterrenza fisso, ma anche che si ponga fine a situazioni in cui gli infermieri si ritrovino addirittura in postazioni da soli".
Anche Valentina Ancarani, candidata consigliera regionale per il Pd, ha espresso solidarietà: "Come candidata, ma anche come lavoratrice del settore – Ancarani è ricercatrice all’Irst di Meldola – non posso che associarmi agli appelli dei sindacati, che da giorni stanno denunciando la precarietà delle condizioni di sicurezza in cui il personale si trova ad operare. Occorrono investimenti, non solo in strumenti di videosorveglianza e di inasprimento delle pene, ma anche volti a rinforzare l’organico, a formarlo, nonché a prevenire ogni possibile forma di aggressione"