Ginecologa scomparsa, ricerche interrotte

La 31enne Sara Pedri non dà più notizie di sè dal 4 marzo. Le indagini si sono concentrate su un lago artificiale ma nessun corpo è emerso

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Un silenzio interminabile. Un’assenza che pesa ogni giorno di più, per la mancanza di un corpo da piangere e per le troppe domande lasciate senza risposta. Sono passati 3 mesi dal 4 marzo, giorno in cui la dottoressa Sara Pedri – 31enne forlivese, fresca di specializzazione in Ginecologia e Ostetricia – ha smesso di dare notizie di sè. La sua auto (con dentro il cellulare) è stata ritrovata in località Mostizzolo, nel comune di Cis, ai confini con Cles, in Trentino, dove la ragazza risiedeva dal 15 novembre 2020. Le ricerche, scattate il giorno stesso, si sono interrotte il 14 aprile, poco dopo Pasqua, senza alcun esito.

I carabinieri hanno setacciato l’intera area, dopo averla circoscritta grazie all’aiuto delle unità cinofile. Il fiuto dei cani molecolari ha condotto le squadre di ricerca – cui hanno preso parte i vigili del fuoco con 4 gommoni e piloti di droni, un elicottero, uomini del soccorso alpino speleologico e fluviale e sub dotati di rover subacqueo – in un punto preciso. Le acque melmose e profonde del lago artificiale Santa Giustina sono state ispezionate anche grazie alla chiusura delle dighe a monte, che ha permesso di abbassare il livello del fiume. Le ultime tracce di Sara portano infatti sul ponte di Mostizzolo, che sovrasta il torrente Noce. Una macchina complessa, quella delle ricerche, che ha operato per settimane coinvolgendo circa 200 uomini. Ma di Sara non vi è ancora traccia.

Oggi, a distanza di 3 mesi, la famiglia ha deciso di interrompere il lungo silenzio perché "il dolore ha un suo decorso – dice la sorella Emanuela –. Avevamo bisogno di rimettere in fila i pezzi". A poche ore dalla scomparsa era nato anche un gruppo Facebook che si proponeva di diffondere informazioni utili al ritrovamento della ragazza, ma ben presto è stato chiuso, nell’amara consapevolezza che non ci fosse più nulla da fare. L’ipotesi di un gesto estremo ha cancellato le speranze di quanti credevano in un allontanamento, più o meno volontario. Ora, però, fa sapere la famiglia di Sara "è il momento della verità". I genitori non si daranno pace "finché non verrà fatta chiarezza" sugli ultimi istanti di vita di una giovane donna che "non aveva mai manifestato segni di depressione" e che in soli due-tre mesi, dal suo trasferimento a Cles, è apparsa provata nel corpo – era dimagrita 6 chili – e nello spirito. Una inversione di rotta "improvvisa e inarrestabile" su cui fare luce nella speranza che le ricerche riprendano e che le acque del lago, in estate, restituiscano il corpo.

Al momento la Procura di Trento ha aperto un fascicolo modello 45, ovvero per fatti che non costituiscono reato e quindi privi di rilevanza penale. Ma le domande restano. "Cosa è successo a Sara negli ultimi mesi da farla stare così male? – si chiedono la mamma e la sorella –. Come mai nessuno si è accorto che stava vivendo un simile momento? Poteva essere aiutata e salvata?". La famiglia, in attesa di risposte, continuerà a ricordare Sara con una messa, ogni 4 del mese alle ore 8, presso la chiesa di Santa Maria Ausiliatrice della Cava (via Fiorenzuola 10).

Serena D’Urbano