Il calzolaio di Modigliana "Ho stretto la mano al presidente: realizzerò scarpe per donargliele"

Il calzolaio di Modigliana  "Ho stretto la mano  al presidente: realizzerò  scarpe per donargliele"

Il calzolaio di Modigliana "Ho stretto la mano al presidente: realizzerò scarpe per donargliele"

di Giancarlo Aulizio

Dall’incontro fatidico con Mattarella il 30 maggio scorso, la sua mente di artigiano-imprenditore si è messa in moto con un pensiero fisso: "Realizzare le scarpe da donare al Presidente, ma mi serve il numero". Che non pare un problema da poco, ma ci sta lavorando.

Valli, che scarpa farebbe al capo dello Stato e in quanto tempo?

"Io farei una bella diplomatica nera, elegante, fine, elastica, a pianta un po’ più larga così è più comoda e confortevole, in pelle e cuoio. Occorrono almeno due mesi".

Quanti modelli di scarpe ha nella sua bottega?

"Una cinquantina, ma ne personalizzo tantissime su richiesta del cliente".

Quando ha iniziato a fare il calzolaio?

"Ho iniziato nel 1982, dopo il servizio militare".

E la passione come le è venuta?

"Da mia nonna: dopo il servizio militare e un anno di lavoro in fabbrica, che però non mi piaceva, mi disse: ’fai il lavoro del nonno Romolo!’. Così trovai un calzolaio a Forlì che mi prendeva a bottega e mi insegnava il mestiere. Mi ci portava la mattina il dottor Patrizio Mazzolini che poi andava in ospedale, mentre io andavo a bottega, non pagato, però mi dava da mangiare a mezzogiorno. La macchina non ce l’avevo, la sera prendevo il pullman o facevo l’autostop".

Poi hai aperto a Modigliana?

"Sì, facendo le riparazioni, montando e rimontando delle scarpe, ho imparato: così ho cominciato a farle io. Le vendevo, così ho smesso di fare le riparazioni e ho continuato a fare scarpe".

Ha lavorato anche per diversi personaggi famosi?

"Certo, per il re Juan Carlos di Spagna, per Vittorio Sgarbi che è venuto qui in bottega, ma anche per altri personaggi dello spettacolo, sportivi, attori, professionisti, tra cui Gene Gnocchi che venne nella mia esposizione a Brisighella, aperta nel 2010".

E’ sempre rimasto a Modigliana nonostante il suo talento.

"Trentacinque anni fa un signore mi voleva far aprire negozi a Montecarlo: avremmo fatto a metà, lui apriva i negozi ed io facevo le scarpe su misura. Ma non avevo e non ho voglia di andar via da Modigliana".

In paese lavora anche di domenica.

"Il mio divertimento è la mountain bike, ma mi piace stare in bottega anche di domenica e quando mi ritrovo 2-3 ore libere faccio un giro in bicicletta".

Che pensa di questa disgrazia che ha colpito il paese?

"Le botteghe ne hanno risentito come tutti. In paese non c’è più turismo, chi veniva si fermava qualche giorno, andava a mangiare, girava e si comprava le scarpe, una cintura. Abbiamo bisogno che ritorni il turismo che c’era e che gli agriturismi riaprano".

Ce la farete?

"Sono sempre positivo, bisogna reagire. Questa cosa che è successa è grossa perché ha chiuso tutte le vie di comunicazione: il turista che viene in moto, quelli che si fanno le passeggiate ora non possono venire. Ma i contadini che hanno i trattori apriranno dei varchi, e poi anche i sentieri agrourbani perché la domenica, nel parcheggio del palazzetto, c’erano decine di macchine di persone che, a piedi o in bicicletta, poi giravano il territorio".

E gli affetti?

"No, no, no (sorride). Ho troppo lavoro, non ho tempo".

Per info: www.giuseppevalli.it; e-mail vallishoes@libero.it; tel 0546.940072; 347.1237644.