Il rifugio appena riaperto: "Inagibile, un disastro"

I gestori di Casa Ponte: "Non possiamo ipotizzare una data, ma di sicuro non ci arrendiamo. Unione e Parco insieme per la ristrutturazione".

Il rifugio appena riaperto: "Inagibile, un disastro"
Il rifugio appena riaperto: "Inagibile, un disastro"

Aveva riaperto i battenti il 3 settembre, dopo due anni di chiusura, e ora il terremoto lo ha reso inagibile. È il Rifugio Casa Ponte di Tredozio, a 7 km dal paese sulla sp 86 del Tramazzo, nel cuore del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi. A gestire il rifugio (con una ventina di posti letto, camere da 3 a 12 posti, bar e piccola ristorazione) ci stavano provando con entusiasmo i giovani dell’associazione Tramonto, con sede a Tredozio e formata recentemente da nove soci fondatori della zona, dai 30 ai 40 anni, fra cui: Bruce Saggese, tecnico forestale di Tredozio (presidente); Enrico Laghi, guida escursionistica di Rocca San Casciano (vicepresidente); Matteo Spada, tecnico idraulico e di soccorso alpino (segretario).

Spada, per fortuna il rifugio la mattina del terremoto era chiuso, perché apre solo nei weekend. Ma cosa avete trovato al vostro arrivo?

"Crepe nei muri esterni e all’interno, piatti, bottiglie e bicchieri per terra rotti, caduti dalle vetrine, e mobili rovesciati. Un disastro".

Eravate aperti il sabato e la domenica precedenti?

"Sì, c’era tanta gente anche a dormire nel weekend".

Chi ha dichiarato la chiusura?

"Una squadra dei vigili del fuoco di Bologna, che martedì mattina è venuta per le verifiche del caso. Dopo un’oretta, hanno dichiarato l’inagibilità".

Ora cosa farete?

"Abbiamo già allertato i proprietari, cioè l’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese e anche il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi".

La risposta?

"Manderanno i tecnici al più presto a verificare i danni, per poi progettare la ristrutturazione per la messa in sicurezza e riaprire il prima possibile".

Vi siete fatti un’idea dei tempi?

"E’ impossibile sapere quando e non possiamo ipotizzare una data, ma appena possibile".

Insomma non vi arrendete?

"Vogliamo proseguire. Non ci arrendiamo, come ci stanno chiedendo amici e clienti con tanti messaggi di affetto e solidarietà che riceviamo in questi giorni difficili. Non ci siamo arresi per l’alluvione e le frane, faremo altrettanto col terremoto. Anzi, riapriremo con un rifugio più bello e accogliente di prima".

Dove trovate tanta forza per ripartire?

"Dall’essere un gruppo di amici, uniti dalla passione comune per la natura e per la montagna".

Quinto Cappelli