GIANCARLO AULIZIO
Cronaca

Incamminati, un apprezzato blitz su Kant

Grande interesse ieri nel prestigioso contesto della Biblioteca Classense di Ravenna per l’evento dell’Accademia modiglianese

Ha riscosso un grande interesse e notevole successo l’evento organizzato nella giornata di ieri dall’Accademia degli Incamminati di Modigliana, con la collaborazione della Biblioteca Classense di Ravenna, nella sede di quest’ultima, sul tema ‘Immanuel Kant a 300 anni dalla nascita’. Le circa 240 persone intervenute in mattinata all’incontro, tra gli altri anche studenti del liceo, hanno applaudito a lungo il famoso teologo e filosofo Vito Mancuso, docente universitario, editorialista della Stampa e autore di numerosi libri, introdotto da Sara Piciucchi, radiologa. Un vero stimolante pensatore che ha relazionato per quasi due ore sul tema ‘Cosa ci è lecito fare, cosa possiamo sperare: considerazioni critiche’. Lui stesso ha interrotto lo scrosciante applauso finale e poi ha continuato, rispondendo alle domande del pubblico con evidente soddisfazione.

Nel più totale silenzio il relatore ha raccontato chi era Kant e a chi si ispirava, ricordando la fede nel bene che lo univa a Gesù e Platone. Nelle sue tre opere fondamentali (Critica della Ragion Pura, della Ragion Pratica e del Giudizio) il filosofo tedesco, nato il 22 aprile del 1724 a Königsberg, si e ci pone delle domande. Mancuso ha spiegato che lo scopo finale della ragion pura è quello di dirigere se stessi in modo onesto e leale, e anche che "Kant, a suo modo, credeva in Dio perché ciò è intrecciato col suo sentimento morale: fede in un Dio".

Narratore coinvolgente, Mancuso è sembrato in certi tratti persino commuoversi e, a seconda degli argomenti trattati, si è sbracciato, ha sorriso e guardato direttamente i presenti mentre spiegava che "il metodo kantiano consiste nell’avvalersi del proprio intelletto senza la guida degli altri" e ricordando anche che "una persona è vera quando agisce secondo il bene e la giustizia tanto da essere in questo modo al cospetto della verità".

Etica, libertà, morale e anima, continuando nel discorso, oggi si sono un po’ smarriti. Il Kant del ‘Cielo stellato sopra di me e la morale dentro di me’ era una persona felice e Mancuso se ne compiace ricordando, nella sua esposizione, che il filosofo tedesco giudicava "pazzi coloro che non amavano le donne, l’alcol e la musica".

Federica Del Conte, assessore del Comune di Ravenna, in apertura di giornata ha fatto gli onori di casa portando i saluti del sindaco Michele De Pascale e della giunta comunale locale. Patrizia Ravagli, presidente della Biblioteca Classense, ha invece ricordato gli scopi dell’Accademia modiglianese, di cui è consigliera, e anche segnalato che otto volumi della prima edizione della ‘Critica della ragion pura’, del 1820, sono conservati nella Biblioteca ravennate stessa.

Il presidente dell’Accademia degli Incamminati, Venerino Poletti, pneumologo di fama e docente universitario, ha a sua volta anticipato l’intervento di Mancuso con una dotta relazione su ‘Cosa posso conoscere: dalla filosofia alla scienza‘; Poletti ha parlato fra l’atro di fisica e matematica, ricordando anche le formule, citato filosofi e scienziati e ha confidato che il Kant incontrato in IV liceo gli era subito piaciuto tanto che poi per lui, e non solo, "è stato probabilmente il più grande filosofo del mondo occidentale". Un’iniziativa nel solco, dunque, della tradizione culturale dell’Accademia.