Indagine, l’Ausl ascolterà tutti i colleghi di Sara

La mossa dell’azienda di Trento dopo le accuse in tv dei sanitari di Ginecologia. Il primario sarà in ferie "per agevolare il lavoro della commissione interna"

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L’Ausl di Trento sentirà tutto il personale del reparto di Sara Pedri, la 31enne ginecologa scomparsa il 4 marzo, il giorno dopo essersi dimessa e – per usare le sue stesse parole – essersi "tolta un peso". Lo ha annunciato ieri l’azienda sanitaria, che ha dato seguito all’intenzione di aprire un’inchiesta interna. Giovedì la prima seduta. Ieri si è parlato invece di "ulteriori approfondimenti" per "raccogliere puntuali notizie relative a eventuali episodi rilevanti". Tanto che sentirà, entro le prossime due settimane, tutti i colleghi di Sara.

La mossa dell’Ausl segue di meno di 36 ore la messa in onda dell’ultima puntata di ‘Chi l’ha visto?’, su Rai3, in cui alcuni sanitari proprio del reparto di Ginecologia – anonimi, ripresi di spalle e con voce cammuffata – riferivano del clima pesantissimo interno al reparto: "Venivi annullato"; "ti fanno sentire un incapace"; "c’è paura di sbagliare e di parlare"; "trovano l’errore dove non c’è pur di farti sbagliare". Queste alcune delle frasi riportate in tv. Un clima che potrebbe aver influito nel probabile suicidio di Sara (il corpo non è stato ancora trovato; la ragazza ha lasciato l’auto vicino a un torrente), anche se per ora non ci sono né indagati né ipotesi di reato. I colleghi avranno la possibilità di confermare quelle circostanze anche alla commissione interna, così come alcuni di loro hanno già fatto mettendosi in contatto con la sorella di Sara, Emanuela, e con la madre Mirella. Situazioni che la famiglia ha fatto confluire in un dossier di 15 pagine indirizzato alla procura di Trento. Se ci fossero ulteriori conferme, la pista potrebbe acquistare un rilievo anche giudiziario.

L’Ausl di Trento ha ribadito "massima collaborazione con la magistratura": "Sono a disposizione delle forze dell’ordine tutte le risorse interne". Si fa riferimento a una prima fase "nei giorni immediatamente successivi alla sparizione della ginecologa". Il direttore sanitario Antonio Ferro aveva anticipato che i primi riscontri "non hanno dato elementi oggettivi per una connessione diretta tra il lavoro e la sparizione della ragazza". Adesso, però, la stessa Ausl trentina sembra voler comunicare un cambio di passo. E lo fa riferendosi proprio a "una situazione di stress sul luogo di lavoro" (che la stessa Sara ha raccontato alla sorella in alcuni messaggi vocali inviati tramite Whatsapp; materiale al vaglio anche dei carabinieri). Alla luce di quanto "si adombra", l’Ausl vuole "esaminare ulteriormente la situazione". L’azienda assicura "speditezza e massima trasparenza" e annuncia che il primario Saverio Tateo "utilizzerà un periodo di ferie arretrate per agevolare il lavoro della commissione".

Ieri anche i presidenti degli ordini degli infermieri e delle ostetriche della provincia di Trento hanno chiesto "chiarezza" per tutelare "professionalità, impegno e passione" di chi assiste donne e neonati: era anche la passione di Sara, prima di un inverno nel quale aveva perso peso e aveva accusato stress lavorativo, con tanto di diagnosi medica. Proprio poche settimane prima della sua scomparsa.