"La Marcia su Roma? Non si tema il ricordo"

Lo storico Franco Cardini in visita a Predappio all’esposizione sull’evento del 1922: "Non mi preoccupa chi lo rievoca, ma la ‘società civile’"

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di Quinto Cappelli

Fra le tremila persone che sono approdate a Predappio da tutta Italia per visitare la mostra ‘O Roma o morte’, organizzata in un locale privato di via Roma 51 e aperta fino al 6 novembre – presieduta da Francesco Minutillo, e curata dallo storico Franco D’Emilio –, mercoledì scorso è arrivato da Firenze anche il noto professore Franco Cardini, scrittore e per oltre 50 anni docente di storia medievale all’università del capoluogo toscano.

Professor Cardini, come ha trovato l’esposizione di foto e documenti sul centenario della Marcia su Roma, promossa dalla Fondazione Memoria Predappio?

"Buona. Merita di essere vista. Il visitatore si trova di fronte a una serie di documenti, foto e cimeli, che ricostruiscono il bene e il male del fascismo, presentati con onestà scientifica e storica. E’ una mostra didattica e popolare, che fa riflettere sul fascismo, una realtà complessa".

Però qui a Predappio non sono pochi, fra cui il sindaco e l’Anpi, a temere disordini per il centenario della Marcia, di cui la mostra rappresenta un’anteprima, che sarà ricordato con una manifestazione degli Arditi d’Italia domenica 30 ottobre. Anche lei condivide questi timori?

"Non temo alcune centinaia di manifestanti che ricorderanno un fatto storico di cento anni fa, anche se sta alle origini del fascismo. Temo piuttosto la cosiddetta società civile italiana nel suo complesso, perché sempre di più è formata da egoisti e non è migliore dei sui governanti. In questo, come diceva bene Romano Prodi, noi insegnanti, e io insegno e scrivo ormai da 60 anni, assistiamo al nostro fallimento educativo".

Ma la marcia su Roma resta o no un fatto negativo?

"Molti storici hanno interesse a darne un giudizio falsato, come fatto esclusivamente negativo. Ma la cultura occidentale si fonda sulla storia che è studio, analisi e comprensione oppure, come ricorda lo storico greco Erodoto, ‘insieme di fatti ed esposizione degli avvenimenti’. I fatti non si possono falsare e la loro interpretazione cambia continuamente".

Riuscirà Predappio a scrollarsi di dosso il marchio negativo di città natale del duce, che ne custodisce anche la tomba?

"Per gli italiani Predappio è il luogo di Mussolini, come Caprera il luogo dove è morto Garibaldi. Questo è il destino delle città legate alle personalità importanti della storia. E la storia, che è sempre complessa, va studiata, approfondita, capita e considerata nella dinamica dei mutamenti, non cancellata e tantomeno raccontata e interpretata con giudizi morali, come ancora fanno in molti nel mondo della politica e anche della cultura e della divulgazione".

A chi si riferisce?

"All’amico Aldo Cazzullo, per esempio, che dà del capobanda a Mussolini e non a Giolitti. Da costoro la storia è considerata dal punto di vista moralistico, non storico. Cazzullo elenca i delitti del fascismo, che sono oggettivi, ma non ne approfondisce la complessità, come ricordava Togliatti nella ‘Lettera ai fratelli in camicia nera’ del 1936. Se è capobanda Mussolini, lo sono anche tutti i personaggi importanti della storia, da Alessandro Magno a Churchill. Allora sono capibanda che hanno usato la violenza anche Lorenzo il Magnifico, Guido da Montefeltro, tanto ammirati da Machiavelli, che osannava il Principe ‘volpe e leone’, come piace tanto agli italiani".

In questo senso e in riferimento proprio a Predappio, sarebbe ‘volpe e leone’ o, in termini attuali, un ‘pericolo nero’, anche Giorgia Meloni?

"Giorgia non è il pericolo nero. E’ vero che nel suo dna c’è qualcosa di missino e della Fiamma, ma oggi lei ha superato di gran lunga le tre caratteristiche su cui si fondava il fascismo: nazionalismo, socialismo e riscatto per passate ingiustizie subite. Lo dico perché conosco molto bene la ragazza della Garbatella".

In che senso?

"Conosco bene Giorgia come amico. Inoltre dal 1953 al 1965 sono stato missino, per reazione alla mia famiglia di comunisti fiorentini. Poi me ne sono andato, perché in quel movimento politico mancava una visione sociale della società, cosa che ha recuperato oggi la Meloni, grazie alla sua decennale esperienza politica. Inoltre, la ragazzina della Garbatella ha messo gli avversari nel sacco del cambiamento, grazie all’adesione alla Nato, allo schieramento per l’Ucraina e per l’America. Però dopo la luna di miele, non mancheranno le trappole non solo della sinistra, ma anche di quella volpe di Renzi, che ha già detto: ‘Ha vinto il centrodestra, ma non so se governerà il centrodestra’".

In conclusione, la mostra ‘O Roma o morte’, le manifestazioni per il centenario della Marcia su Roma a fine ottobre e la vittoria di Fratelli d’Italia non sono per lei, come sostengono in tanti, segni di un’imminente ‘male assoluto’ per l’Italia?

"Il termine ‘male assoluto’ appartiene alla filosofia e alla morale, e non alla storia, che ha mali relativi".