SOFIA NARDI
Cronaca

La partita più bella Vecchiazzano calcio "Mister, ti aiutiamo noi a portar via il fango"

Una decina di 14enni sono accorsi a casa di Mauro Ferro per spalare "La piena ha distrutto ogni cosa, auto da buttare". Tanti volontari sono al lavoro in tutti i punti alluvionati della città.

La partita più bella  Vecchiazzano calcio  "Mister, ti aiutiamo noi  a portar via il fango"

La partita più bella Vecchiazzano calcio "Mister, ti aiutiamo noi a portar via il fango"

di Sofia Nardi

Volti grigi di fango, capelli arruffati e occhi stanchi. I forlivesi continuano ancora le interminabili operazioni di pulizia per liberare le loro case e quelle dei loro cari, in una catena di aiuto e solidarietà che, un anello dopo l’altro, finisce per unire i quartieri più distanti, le vite più diverse, i destini opposti di chi ora fa i conti con il fango e chi, invece, salvato dalla piena, vive l’alluvione adesso, con il badile in mano, pronto ad aiutare.

Siamo nel quartiere San Benedetto, precisamente in via Val Lagarina, affacciata su via Lunga: è una strada residenziale come tante, non diversa dalle molte che, in queste ore, giacciono sotto la stessa, spessa coltre di melma. Affondando gli stivali in quel fango denso, un passo dopo l’altro, la scena che si prospetta ha ormai il sapore di un triste deja vu: ci sono gli abitanti che spingono l’acqua sporca fuori dalle cantine e dalle case, ad aiutarli ci sono parenti, amici e anche volontari arrivati lì quasi per caso, mandati dai coordinatori comunali che gestiscono la solidarietà. Tra vicini di casa che, con ogni probabilità, fino a ieri si salutavano forse con un rapido cenno del capo, nasce un legame nuovo, molto forte fondato sulla condivisione di un comune destino che appiana ogni divergenza, almeno per ora. C’è chi presta attrezzi per spalare, chi si aiuta a tenere sollevato un tombino, chi metta le proprie braccia a servizio di coloro che devono portare fuori da casa mobili pesanti.

All’inizio della via c’è la casa di Mauro Ferro, vigile del fuoco in pensione, ora allenatore di calcio. Nel cortile impastato da ciò che la piena ha lasciato dietro di sé ci sono una decina di ragazzi, tutti in impermeabile blu, i visi sorridenti e imbrattati: si sono sporcati spalando per aiutare il loro mister, ma anche scherzando in quell’erba fradicia che, forse, ricorda loro un campo da calcio nelle giornate di pioggia forte. Per loro aiutare il coach in questo momento difficile è una missione che affrontano nella maniera giocosa dei quattordicenni: qualcuno accenna anche un paio di flessioni nel prato. "Dai, ora però rimettiamoci a lavorare", lo riprende un compagno di squadra. Sono i giocatori del Vecchiazzano Calcio, classe 2009. "Qui da me è stato terribile – racconta il mister Mauro Ferro –. L’acqua è arrivata in piena e ha invaso tutto. È entrata in casa e ha distrutto ogni cosa. Le mie auto sono da buttar via. Questa casa è il frutto dei risparmi di una vita e vederla così fa male. I miei ragazzi mi stanno dando una mano, ed è bello vederli così, insieme… Sono bravi, buoni. Forse troppo per il mondo del calcio". Ma non è mai troppo, invece, quando si tratta di aiutare chi ha bisogno con la pala, certo, ma soprattutto con la vicinanza fisica, alleggerendo con scherzi e sorrisi un evento che pesa come un macigno. A bordo strada rimangono gli oggetti: storie di vita che, spesso, non hanno un vero valore materiale, ma ne hanno uno ancora maggiore, sentimentale. Ora non rimane che gettare tutto e ripartire.

Il problema degli oggetti è molto sentito anche nella vicina sede dell’Emporio della Solidarietà della Caritas, il supermercato destinato alle famiglie bisognose della città e alla Lotta contro la fame nel mondo, il mercatino che devolve gli incassi in beneficenza. All’Emporio i lavori sono già molto avanti, infatti i volontari sono entrati in azione già dalle primissime ore, affinché l’attività potesse ripartire: "I ragazzi hanno lavorato moltissimo – raccontano gli addetti – e ora noi dobbiamo solo ripulire le ultime cose".

Al mercatino della Lotta contro la fame nel mondo le operazioni procedono a pieno ritmo. Diversa, la situazione del seminario, lì accanto: "Il nostro piano interrato contiene la biblioteca storica – raccontano – e i volumi sono tutti sott’acqua. Ora non rimane che cercare di salvare il salvabile". Vale per tutti: queste sono le ore cruciali in cui si tenta di salvare il salvabile. Qualcuno, nel cortile devastato della sua casa, lavora al ritmo di musica. A differenza di tanti spalatori rimbalzati sui social in queste ore qui non si ascolta Romagna mia, ma i pezzi rock dei Litfiba: aiutano a prendere il ritmo quando si usano gli scoponi per ricacciare l’acqua in strada, sperando che le fogne siano ancora in grado di riceverla.